di Genziana LILLERI AFICETTI
La recente riforma del calcio promossa dalla FIGC ha suscitato polemiche per il mancato cambio degli equilibri interni, nonostante l’emendamento Mulè del Parlamento volesse maggiori poteri per i tornei professionistici, in particolare la Serie A. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina, con il sostegno di numerosi membri federali, ha mantenuto intatti i poteri dei dilettanti e degli atleti, garantendo solo un lieve incremento per i club professionistici.
In assemblea, la proposta ha ottenuto l’83% dei voti, mentre 8 squadre di Serie A, tra i quali i club di Lotito e De Laurentiis, si sono opposti, mentre altri club si sono astenuti. Questo risultato ha mostrato le divisioni interne alla Lega e il consolidamento della posizione di Gravina, che ha comunque incrementato il peso della Serie A di un modesto 2%.
La nuova riforma della Federcalcio ha modificato la distribuzione dei consiglieri: la Serie A passa da 3 a 4 rappresentanti, la Serie B da 1 a 2, mentre la Serie C scende da 2 a 1. Tuttavia, l’equilibrio complessivo rimane pressoché invariato: il peso dei professionisti sale solo leggermente, dal 34% al 36%. Questo risultato è ben lontano dalle aspettative della Serie A, che puntava a un peso vicino al 50%, seguendo quanto auspicato dall’emendamento Mulè, che suggeriva una rappresentanza proporzionale al contributo economico delle diverse categorie. Il potere dei dilettanti, però, resta saldo al 33%, così come quello di calciatori e allenatori, protetti da altre normative statali.
Il presidente Gravina ha quindi raggiunto l’obiettivo di mantenere intatti gli equilibri su cui si basa la sua leadership, come confermato dal voto odierno: la sua mozione è passata con l’83% di consensi, lo stesso sistema di votazione che deciderà il prossimo presidente. Di fatto, la riforma non ha scalfito la rete di sostegno che Gravina ha costruito, rendendo sempre più probabile una sua riconferma nelle elezioni di fine gennaio. Al massimo, potrebbe cedere il passo a uno dei suoi alleati fidati, come Abete, rappresentante dei dilettanti, o Marani della Serie C. Gravina ha dichiarato che deciderà ufficialmente dopo un confronto con le varie componenti, anche se probabilmente attende aggiornamenti sull’inchiesta giudiziaria che lo coinvolge. Nel frattempo, denuncia presunte manovre e attacchi a suo danno.
Il futuro della riforma potrebbe trovare ostacoli nei tribunali, con un possibile ricorso da parte della Serie A, in quanto la riforma è percepita come un tradimento dell’indicazione parlamentare, lasciando il calcio italiano ancora in un delicato equilibrio tra interessi istituzionali e autonomi.