di Giorgio BICOCCHI 

“Ma te pare? Alla fine era mejo perde 4 a 0 che su autorete all’85…”. Non fa una piega il concetto spicciolo che ci manda un amico. La Lazio – in 10 dal minuto 24 – impugna la spada, corre, lotta ma capitola sulla procedura di gioco più semplice: un cross basso che sarebbe stato facile preda di Provedel se solo Gila, scomposto, non lo avesse infilato in porta. Peccato per lo sforzo collettivo profuso da tutti e per la comprensibile amarezza generata dal finale di gara. Adesso niente drammi/processi: concentriamoci per battere Genoa e Como finendo il mese di ottobre tra le primissime della classifica.

Primo tempo

– “Aho, questi ce temono: hanno buttato dentro un altro terzino…”, ci scrive in anticipo un amico, non appena apprese le formazioni. Ci vuole far scoprire, Motta: difesa a 4 con Cabal, niente Weah. Significa che si acquatteranno sotto la linea della palla per poi schizzare di rimessa? Probabilissimo;

– Cinque-sei minuti di Lazio propositiva poi la Juve – col dinamismo di Thuram – viene fuori;

– Si vede che Guendouzi non è al massimo e che dal mignolo del piede arrivano fitte dolorose. Davanti Dia e il Taty si vedono poco;

– Attacchiamo maggiormente dal versante di Isaksen. Dall’altra parte Tavares ha un cliente mica male: Cambiaso;

– Eccolo, il momento topico del match. Lasciamo una prateria a Kakulu che riceve un triangolo molto largo e si invola. Romagnoli lo prende con la gamba di richiamo. Punizione dal limite e rosso: in 10 dal minuto 24 in quella arena che è l’Allianza: mamma mia;

– Invece che col “lancione” ci hanno fregato col movimento di sponda di Vlahovic e l’inserimento nello spazio di un centrale di difesa. Errore nostro di posizionamento, non c’è da obiettare…;

– La Juve inizia a spingere. Noi imbracciamo la spada. Quale sarà la tattica? Difesa ad oltranza?;

– Vlahovic manda fuori, Gatti pure. Gila e Patric tengono botta nel cuore dell’area;

– “Il problema è che davanti non teniamo palla e non ci proponiamo…”, commenta un amico. Ed e’ cosi, purtroppo. Lazio completamente snaturata dal fatto di giocare in 10’;

– Solo all’ennesima scorrettezza Sacchi ammonisce Locatelli;

– Che ripresa ci aspetta? In trincea, sicuro. Vorremmo solo vedere una ripartenza… Ma non sarà facile. Di Gregorio, insomma, rischia di non farsi neppure la doccia…;

Secondo tempo

– Per almeno otto minuti buoni l’inferiorita’ non si sente. Anzi… Tavares vorrebbe strappare sulla propria corsia. La Juve gioca duro e la gara si infiamma;

– Provedel impegnato solo su uscite. Ma poi sarà costretto a parate, eccome;

– Vlahovic (e ti pareva se non lui…) timbra la traversa. Douglas Luis si mangia un gol di testa da pochi passi;

– Noi? Teniamo palla. Di ripartire non se ne parla. Tra l’altro senza Dia manca chi possa scattare in verticale…;

– Baroni ne cambia tre. E’ il momento del massimo sforzo bianconero. Provedel si allunga sulla rasoiata di Vlahovic. Patric prende un pugno sulla schiena ma non se ne accorge nessuno. Sacchi ammonisce qua e là;

– A pochi minuti dalla fine l’autorete beffarda di Gila. Era un cross innocuo quello di Cabal: Juve fortunata;

– Proviamo a reagire ma mancano i riferimenti davanti;

– Arriva la terza sconfitta stagionale ma la Lazio cade in piedi. “Boh, a me pare na’ partita ingiudicabile”, ci scrive un amico. Già, ecco perché conviene pensare al Twente e al Genoa. Ci sono tutte le possibilità per rialzarsi subito…

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