di Giorgio BICOCCHI

Ci piace il paradosso: non avete notato una attesa eccessiva per la partita di Torino? Già… In pochi, invece, hanno rilevato che le partite da vincere – o comunque quelle in cui provare a mettere insieme il maggior numero di punti – sono le quattro che si succederanno dopo la trasferta di Torino, ovvero Genoa, Como, Cagliari e Monza. Se vi dicessero: con la Juve va male ma poi probabile che la Lazio farà tra i 10 e i 12 punti nelle successive quattro non firmereste in bianco?




Ecco perché la sfida contro la Juve imbattuta e pure migliore difesa con un solo gol incassato su rigore dal 20 agosto ad oggi, va presa con l’animo sgombro da preoccupazioni. Abbiamo qualcosa da perdere? No, semmai sarebbe la Juve a doversi incupire se non conquistasse i tre punti e Napoli, Milan e Inter dovessero invece fare bottino pieno.

Cosa fare per continuare a divertirci, allora, provando a strappare punti all’Allianz? Innanzitutto diffidare di chi – a Torino e nel mondo bianconero – frigna in anticipo per le assenze annunciate: basta dare un’occhiata alla formazione che schiererà comunque Thiago Motta per accorgersi di qualità e quantità. Ci scoccerebbe alquanto una cosa, però: cioè incassare il classico “lancione” per Yildiz e Vlahovic, cioè innescare l’uno contro uno della Juve nella nostra metà campo. Alla Lazio insomma si chiede di non snaturarsi, certo – e non lo faremo schierando quattro giocatori offensivi contemporaneamente, come accade da Lazio-Milan in poi, praticamente – ma pure di non consegnarsi alla scaltra Juve di quest’anno, cioè di attaccare scoprendosi, smarrendo le distanze e gli equilibri.

Il pericolo pubblico, per noi, e’ uno: Vlahovic, capace di segnarci con la Fiorentina e nelle precedenti sfide con i bianconeri (ricordi, Casale, gli spazi che gli concedesti un anno fa a Torino?). Servirà una marcatura ferrea, giocando sull’anticipo magari. Schermando – in mezzo al campo – Locatelli, Douglas Luiz e Fagioli (quando entrerà in campo), impedendo loro di alzare la testa e calibrare il passaggio lungo per lo scatto del serbo o del giovane turco. La Juve ha sin qui sofferto contro quelle squadre che l’hanno aspettata e non gli hanno concesso pertugi e corridoi (Roma, Empoli, Cagliari). La Lazio – rispetto a queste formazioni – aggredisce, avanza a testuggine, mettendo pure in conto di prendere pericolose ripartenze. Inutile chiedere ai nostri di cambiare atteggiamento: non lo vorrebbe Baroni, non lo chiederebbero i giocatori, ormai soldati del nuovo credo.

Resta comunque una sfida in cui testarsi: con animo però leggero perché abbiamo solo da guadagnarci. Viviamo una classifica ottima con la prospettiva concreta – arrivando alla terza sosta di metà novembre – di confrontarci con una graduatoria ancora più invitante…






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