di Giorgio BICOCCHI

“Dateme la Juve che mica lo so come finisce…”. L’entusiasmo di un tifoso – uscendo dall’Olimpico – sintetizza un successo da squadra matura, allungandosi già alla sfida del 19 ottobre. La sensazione che ha regalato la Lazio e’ quella di un gruppo forte, solido, compatto, che non accetta le avversità: e’ andata subito sotto per un gol balordo e casuale ma – pur nel disordine che oggi ha accompagnato molte sue trame – non si è disunita, ne’ si è consegnata al pessimismo. Ha pareggiato, ha fallito un rigore ma ci ha creduto sempre. “Sai in carriera quando gol ha segnato così Pedro?”, ci ha scritto un amico a fine gara. Già, Pedrito! E’ stata la sua settimana! E il tributo che gli ha offerto l’Olimpico festante a fine match e’ stato un altro momento emozionante del pomeriggio. “Aho, ma adesso sta sosta?” E’ una Lazio che dispensa emozioni che la rivorremmo in campo tra qualche giorno…

Primo tempo

– Non perdiamo le vecchie abitudini anche se stavolta la componente-jella e’ decisiva. Provedel scivola su un cross di Pezzella. Romagnoli si fa sovrastare da Esposito e eccola la’ la frittata che ci incarta la partita, subito in salita. Ennesimo gol subito nei primi 10’, porca miseria;

– “Lo vedi che vor di gioca’ er giovedì sotto la pioggia e nel fango”? In Monte Mario si filosofeggia sugli impegni ravvicinati e sull’usura muscolare;

– E’ una Lazio poco lucida, non c’è che dire. Gli attaccanti incidono poco anche se il Taty impegna il portiere Vazquez;

– “Aho, er francese oggi non incide…”, ci scrive un amico. Ed e’ cosi…

– Nuno, dove sei? Abituati alle sgroppate impetuose del portoghese assistiamo un po’ immalinconiti al suo letargo. Che durerà ancora poco, per fortuna…;

– L’Empoli adotta una tattica ostruzionistica. Ritardi nel rimettere la palla (Vazquez un maestro). Ma la Lazio fatica, hai voglia…;

– Isaksen sotto la Tevere corre, sprinta ma il gol non arriva. Il cronometro scorre e le preoccupazioni aumentano…;

– Poi, allo scoccare del terzo minuto di recupero, ecco Tavares. Una occhiata a centro area e parte l’ennesimo assist al bacio. Zack incorna, segna e va a prendersela con Vazquez meritandosi il giallo;

– “Fondamentale pareggia’ alla fine del primo tempo: adesso magnamoseli…”, il commento di parte della Monte Mario;

– Intanto si scaldano Noslin, Castrovilli e Pedro: la sensazione è che servano forze fresche e lucide per abbattere il muro azzurro;

Secondo tempo

– Dia scalciato in area: e’ rigore. Male l’arbitro che si dimentica di ammonire Pezzella: sarebbe stato il secondo giallo. Qui accade un corto-circuito: Taty si prende la palla e non la molla. Calcerà un rigore brutto, forte ma centrale. E pure sulla ribattuta l’argentino non inquadra la porta…;

– Pure questo – oltre al “gollonzo” subito in apertura – sarebbe un macigno psicologico da superare;

– Ma la squadra non molla. Tiene l’Enpoli nella sua metà campo. Non si rassegna al pareggio. Baroni – forse in ritardo – toglie un evanescente Isaksen e consegna la fascia a Pedro;

– Tavares e Zaccagni sprintano sotto la Tevere ma il punteggio non si schioda;

– Fioccano I gialli perché l’Empoli abusa dell’ostruzionismo;

– Rovella a tutto campo ormai studia per diventare Lucas Leiva: e in molti recuperi furiosi ce lo ha ricordato;

– Il cronometro scorre. Mentre ci stiamo abituando all’idea del pari ecco il lampo;

– “Ce voleva un fuoriclasse pe’ scaccia’ gli incubi…”: sotto la Monte Mario, lato Sud, Pedro si ingobbisce e lascia partire una autentica folgore. La rete si gonfia e i tanti bambini – richiamati da una partita alle 15 – quasi non credono ai loro occhi;

– Baroni ne cambia 3. Nei sei minuti di recupero Guendouzi si prende pure il lusso di fare un tunnel. Lazio incosciente ma tignosa, sempre più su in classifica

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