di Giorgio BICOCCHI

“Aho, senza la jella di Firenze eravamo primi…”: nel commento di un amico, a fine gara, la sintesi estrema del momento. La Lazio si riprende con gli interessi lo stop di Firenze: gioca una gara matura, vince la prima gara esterna e si piazza al mozzo delle primissime. Peccato per gli altri due gol subiti ma la squadra è bella da vedere: macina gol e occasioni. Già perché pure stavolta meritavamo di vincere con un maggiore divario. E adesso? Ora aspettiamo l’Empoli per vincere ancora e rosicchiare altri punti a chi sta davanti…

Primo tempo

– Prendiamo subito le misure al Toro e passiamo. Tavares si trasforma in un treno ad alta velocità, sprinta e offre un assist al bacio a Guendouzi che, di piatto, infila. Il francese non segnava proprio dalla sfida col Toro dello scorso febbraio;

– Lazio viva, concentrata, stretta. “Aho, paremo de più…”, ci scrive il solito amico. Già perché copriamo ogni zolla e ci aiutiamo in campo;

– Dia e il Taty combinano poco ma sono sempre spine nel fianco. Solo con la loro presenza;

– Il Toro denota scarsa fantasia. Non ha un giocatore che, dalla cintola in su, accenda la manovra. Punta molto su Zapata e sugli inserimenti di Ilic;

– “Questo e’ di una caratura superiore”: così un amico dipinge la prestazione di Tavares, vero Re della fascia e della partita;

– Provedel sara’ disoccupato fino agli ultimi minuti della frazione. Poi – come ad Amburgo – salirà in cattedra volando su un tiro di Ilic;

– Forse ci siamo abbassati troppo. Sicuramente Dia e il Taty non allungano la squadra. Sta di fatto che il Toro si prende la metà campo, pur senza incantare;

– Tavares, ancora lui, guadagna uno straripante corner ma Sozza non ce lo fa battere perché il tempo e’ trascorso: peccato;

– Sintesi della frazione: la Lazio da’ la sensazione di essere superiore. Ma il risultato resta in bilico e noi – ricordando la beffa di Firenze – restiamo guardinghi…

Secondo tempo

– Vanoli rivolta come un calzino il Toro. Inserisce Adams e gli regala maggiore fantasia. Ma la Lazio resta sul pezzo. Taty, di collo destro, impegna Paleari (che ha sostituito dall’inizio il fratello di Sergej…). Poi pure Romagnoli viene anticipato;

– Adams e’ una zanzara ma dietro teniamo. Poi il raddoppio: Isaksen sprinta e Dia fa ancora bum-bum con una rasoiata infida;

– Siamo padroni del campo. Taty si pappa lo 0 a 3. Isaksen e’ impreciso sul tap-in;

– “Ecco la fregatura…”, twitta un Laziale vecchio stampo che conosce la nostra storia come le proprie tasche…;

– E infatti Adams indovina l’angolo giusto riaprendo all’improvviso un match che pareva chiuso a doppia mandata;

– Ora e’ battaglia: Baroni toglie Dia e Tavares e qualcuno si indigna. Invece Vecino, uno dei sostituti, sarà uno che infiammerà il finale…;

– Il Toro sembra svuotato. Noi controlliamo. Fioccano i cartellini perché la stanchezza fa entrare in ritardo;

– Ecco Noslin, ecco il suo riscatto dopo il puerile rosso di Amburgo. D’astuzia sigla l’1 a 3;

– Finita? Macché, con la Lazio e’ una sofferenza continua. Coco inventa un gol d’autore pur essendo un centrale di difesa;

– Cinque minuti di recupero. Pellegrini fa un lavorone sulla sinistra, facendo scorrere il cronometro;

– Arriva così il meritato, primo squillo esterno. Lazio bella e dannata: corre, lotta, sprinta, soffre, segna… E adesso, con pieno merito, sogna pure le prime piazze della classifica…

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