Il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, ha parlato dalla sala stampa del Lazio Training Center di Formello a margine della presentazione di Boulaye Dia e Samuel Gigot, facendo anche il punto sulla chiusura del calciomercato:




“Seguivamo Dia da tempo, come Tchaouna. Speravo che l’epilogo potesse essere questo. Ci sono voluti un po’ di giorni, non per colpa nostra o di Dia, ma per questioni tra l’entourage e la Salernitana. Quando sono state risolte le problematiche, ci siamo risentiti con lui e il procuratore. A differenza di quanto si è detto, per noi è sempre stato una priorità”.

“Cercavamo un difensore con determinate caratteristiche e le abbiamo individuate in Gigot. Non è stato facile portarlo alla Lazio perché aveva molte altre richieste, poi secondo me si è informato con il suo amico Guendouzi e ha iniziato a pensarci seriamente. Ha rifiutato anche altre squadre in Italia che oggi disputano la Champions League… Come società abbiamo capito subito che è un ragazzo che cercava un progetto e un programma dove poter lavorare tranquillamente. Lo ringraziamo e gli diamo il benvenuto”.

“Folorunsho è un ottimo ragazzo, non sarebbe andato neanche in lista, non ci sono state le condizioni. Avremmo valutato un prestito con diritto, tutte le altre ipotesi no. Il Napoli ha ritenuto opportuno tenerselo, mi dispiace per il ragazzo, lo stimo a livello calcistico e umano. Su altre elementi c’è da fare i conti con la famosa lista, abbiamo ricercato i 2002 e i 2003, le caratteristiche che cercavamo non corrispondevano alle nostre esigenze. La squadra è coperta in tutti i ruoli, gennaio comunque è alle porte, quindi se poi dovesse servire faremo qualcosa. Non operiamo come sprovveduti, ma in base a una logica”.

“Provedel non è stato mai messo in discussione, fa parte sempre del calcio mediatico. Poi ho anche parlato con Baroni e i preparatori atletici, anche con i magazzinieri. Ma quando uno parla con loro, non significa mettere in discussione qualcuno. Io devo stare vicino alla squadra. L’unico responsabile dell’area tecnica è il ds che non vive in un’altra dimensione. Ho fatto 3 giorni di ferie, sono stato tutta l’estate qui per spirito di servizio e fare qualcosa di importante. Sono usciti 19-20 giocatori, ne abbiamo presi 6-7 quest’anno come l’anno scorso. Giusto mettersi a disposizione dei tifosi e della società per creare una squadra competitiva. Non so se sarà competitiva domani o dopodomani. Ho chiesto pazienza”.

“Ho detto grazie a Immobile e tutti quelli che hanno fatto la storia della Lazio, ma il tempo passa e i cicli si chiudono. Sono capitato al momento sbagliato, cioè quando si stava concludendo un ciclo per aprirne un altro. Al netto delle critiche, che possono essere costruttive, l’unica che chiedo, anche alla carta stampata e ai social, è di dare del tempo ai ragazzi. Possono dare soddisfazione a tutti voi e ai tifosi”.

“Castellanos ha avuto delle difficoltà lo scorso anno. Vivere all’ombra di Immobile era facile, a differenza di quanto si dice. Basta vedere quello che fa Ciro. Il primo anno ci possono essere dei contraccolpi che poi nel tempo si sistemano. Bisogna dare tempo per costruire l’alchimia di un gruppo Si vince quando nello spogliatoio c’è un’atmosfera non divisiva. Anzi, voglio spendere due parole per Immobile, con il quale ci siamo sentito pochi giorni fa. Tre giorni prima del ritiro era fatico per ricominciare, mi ha detto: sono carico a pallettoni, farò 20 gol. Poi c’è stata questa proposta. Lui che è un campione in campo e fuori, ha deciso di cambiare aria e nessuno di noi lo ha ostacolato. Lo abbiamo anche favorito, per rispetto dell’uomo. Potevamo chiedere 15-20 milioni e non abbiamo fatto”.

“Per Greenwood avevamo offerto 24 milioni di sterline, forse non era nei suoi piani la Lazio. Dico sempre che gli affari migliori sono quelli che non si fanno. Sulla lista: Pedro è un campione, un uomo spogliatoio, un ragazzo che durante gli allenamenti e non solo è il faro per la crescita di questi ragazzi. Abbiamo tanti ottimi giocatori e un solo campione: Pedro. Castrovilli lo abbiamo preso sapendo che veniva da due stagioni tribolate, lo abbiamo valutato da cima a fondo con i medici e abbiamo pensato che sarebbe stato meglio utilizzarlo in campionato. È una scelta semplice, ragionata con lo staff tecnico. Decisione anche accettata dal calciatore, poi sono 8 partite, a gennaio si potranno fare nuove valutazioni”.

“Ogni dirigente ha un suo metodo. Igli ne aveva uno, io un altro. I tempi cambiano. Questo per dire che gli esuberi, se le trattative non vanno come si deve, restano in gruppo e si allenano. L’intervista di Basic mi ha lasciato basito. Io devo tutelare gli interessi della Lazio e anche dei tifosi. Volevano il giocatore, pagare 300mila euro di ingaggio, 1.3 milioni li avrebbe dovuti pagare la Lazio. Non scherziamo. Se vogliono un calciatore, almeno lo stipendio lo devono pagare. Di errori se ne possono fare quando si lavora, l’importante è che si migliori. Di cosa sono invece fiero? Di nulla, sono pagato per fare il mio mestiere. Nella mia vita sono sempre stato abilitato a metterci la faccia e a prendermi le mie responsabilità. Sono nella mia città, è una responsabilità in più”.

“Ringrazio 28.200 volte i tifosi per gli abbonamenti. Questo significa che si va oltre le critiche. Il tifoso laziale non ti abbandona mai nel bene e nel male, per questo li ringrazio ancora. I tifosi quest’estate non avranno accolto giocatori a Fiumicino, ma si sono trasferiti all’Olimpico, mi è bastato vedere il colpo d’occhio che c’era contro il Milan per capire che i laziali non hanno abbandonato la squadra”.






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