di Giorgio BICOCCHI

Perdiamo a Udine dopo 11 anni di bottini, pieni o solo a metà. Esultano allora gli amanti della cabala che avevano profetizzato il deragliamento. Dopo aver sfrattato Sarri lo scorso marzo, l’Udinese getta più di un sassolino infido nel processo di crescita della squadra di Baroni. Che mai ha inciso positivamente nella gara, presa dal ritmo friulano nella prima frazione e poi incapace di sussulti, attaccando vanamente a difesa avversaria schierata. Una bella doccia scozzese, non c’è che dire. “Chiamala doccia”, ci scrive un amico salito fino in Friuli. “A me sembra che c’hanno proprio inondato d’acqua”… Insomma, nella settimana che preannuncia l’arrivo del Diavolo (pure in crisi…) una sconfitta era proprio ciò che non serviva…

Primo tempo

– Inizio-shock come col Venezia. Non solo incassiamo il gol di Lucca (Casale, chi guardavi?) ma proprio non ci capiamo niente. Aggrediti di ogni zolla del campo, squadra scollata, attaccanti nulli o quasi…;

– “Aho, ma non dovevamo marcallo Lucca? L’Udinese ce n’ha due boni…”. In effetti Lucca – soprattutto sulle palle alte – era da tenere sotto chiave. Senza contare che, nella ripresa, salirà in cattedra l’altro “bono”, cioè Thauvin;

– Collezioniamo angoli ma idee e lucidità non ci sono. Regresso per Noslin. E pure Dele Bashiru sembra un altro rispetto alla gara arrembante col Venezia;

– Sarà una frazione difficilissima. In cui calceremo poco e male verso la porta dell’Udinese. Roba che il portiere friulano avrebbe potuto pure passeggiare in centro senza farsi la doccia;

– Castellanos fallisce una buona occasione. L’unico che sprinta e’ Lazzari. Se poi pure Vecino annaspa e’ notte fonda…;

– Rischiamo (ovviamente) di prendere pure il secondo gol (con Thauvin). Davanti esibiamo una manovra lenta, impacciata. Insomma non facciamo paura;

– “Ammazza che depressione sto primo tempo…”, ci scrive un amico. Come dargli torto? Anche se Castellanos pettina la palla su corner e quasi pareggiamo…;

– Come rivoltare una partita che pare segnata, Udinese mai in difficoltà? Con i cambi, magari mettendo forze fresche. Tipo Dia e Tchaouna. Gente che entri in area, ad esempio…;

Secondo tempo

– Ti aspetti una Lazio carica a pallettoni ma non è proprio aria. Anzi, incassiamo il più balordo dei gol con Thauvin che corre per mezzo campo e buca Provedel in controtempo;

– Manco i fedeli sostenitori dell’Aquila credono nel clamoroso ricongiungimento. “Sta partita m’ha rovinato la fine delle vacanze: quanto semo brutti…;

– La squadra si adagia: attacca in modo maldestro. Non crea mai superiorità numerica. Le idee scarseggiano. Della qualità manco a parlarne…;

– Baroni inserisce Dia e prova col doppio centravanti. Il Taty meriterebbe un gol per il modo leonino con cui si batte;

– Okoye e’ finalmente impegnato ma buona parte della ripresa se ne è già andata…;

– Vecino colpisce di testa la traversa. Isaksen fa 1 a 2 con un tap-in sul tiro di Castellanos respinto. Ma non c’è più tempo;

– Una Lazio brutta, insulsa e anche senz’anima perde subito l’imbattibilita‘ stagionale. Inutile negarlo: e’ una botta mica da ridere per chi profetizzava una stagione di bagliori…

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