di Giorgio BICOCCHI

Ci sono partite che – nell’arco della stagione – vanno vinte anche su autorete. Segnando di stinco, di pancia. O grazie ad un rimpallo. Ecco, Lazio-Venezia e’ una di queste. E poco importa davvero se sia la prima sfida del Campionato. Avrebbe bisogno di un successo la giovane banda-Baroni: perché sarebbe un buon viatico, certo, ma servirebbe a spegnere i consueti incendi appiccati da un ambiente alla continua ricerca del pretesto. Insomma, la famigerata “cornice marcia” – evocata già da Edy Reja – persiste…




Si sa poco del Venezia. Un po’ perché avrà diversi squalificati, un po’ perché avrà giocatori infortunati e/o convalescenti. La certezza a cui si affidano I lagunari e’ Di Francesco, immalinconito peraltro da una carriera ormai in oggettivo regresso, certificata anche dallo smacco della retrocessione patita in Ciociaria. Servirà una Lazio d’assalto sin dai primi minuti, vogliosa di conquistare gli oltre 35mila che interromperanno le vacanze per presentarsi all’Olimpico. Servirà concentrazione e immediata conquista degli spazi proprio per non dare fiducia ad un gruppo arancioneroverde composto in larga parte da esordienti in A e che hanno già pagato dazio nel turno di Coppa Italia, sfrattati dal Brescia dalla competizione, pure con tre gol sul groppone.

Sarà importante varare da subito la formazione più giusta. Senza magari cambiarla nell’intervallo, avendo così regalato una frazione, avendo dato fiducia al Venezia.

Dopo la delusione atroce patita un anno fa a Lecce ci piacerebbe enormemente una Lazio vittoriosa all’esordio. Mai come quest’anno abbiamo necessità di un gruppo che si consolidi gradualmente con i successi e con i consensi…






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