Nella sala stampa di Casa Azzurri Germania, all’indomani dell’eliminazione dell’Italia da EURO 2024, il presidente della FIGC Gabriele Gravina e il Ct della Nazionale Luciano Spalletti hanno incontrato i media. Un’ora di confronto, con il bilancio della spedizione tedesca e l’analisi delle problematiche che hanno portato all’uscita di scena dei campioni d’Europa.




“Il gruppo non si distacca dall’assunzione di responsabilità. Siamo tutti responsabili, e dobbiamo continuare a esserlo, appellandoci proprio al grande senso di responsabilità. C’è stata una lunga chiacchierata con il mister: è impensabile risolvere i temi abbandonando un progetto che dal primo momento abbiamo definito pluriennale. C’è da cambiare qualcosa, c’è da rivedere qualcosa in termini di approccio: ci saranno delle riflessioni profonde, ma abbiamo cominciato a confrontarci con Luciano Spalletti. Dobbiamo crescere tutti e abbiamo un solo modo per farlo: quando si cade, e ci capita piuttosto spesso, bisogna rialzarsi con la forza del progetto, la forza delle idee e con il lavoro. Non ho la cultura di scappare di fuggire dalle difficoltà, ma questo è il momento di distinguere le posizioni politiche e sportive”.

“Parliamo di un progetto nel quale è centrale un allenatore subentrato da pochi mesi e che ha avuto a disposizione poche gare. Ci sono poi poco più di 100 calciatori selezionabili e questo deve porre delle riflessioni che non dipendono dalla posizione del presidente federale, ma dal sistema. Spalletti deve avere la nostra fiducia. Il talento c’è, e lo dimostrano i risultati delle nostre Nazionali giovanili come l’Under 17 che recentemente si è laureata campione d’Europa: non siamo però mai riusciti ad attivare un meccanismo di valorizzazione di questo talento”.

“Accettiamo le critiche, ma quelle che ci servono per crescere e legittimate da elementi fondati. Poi ci sono quelle strumentali, di una richiesta di dimissioni in un momento di chiusura di un mio mandato. Non esiste nell’ambito di una governance federale l’idea che qualcuno possa pretendere dall’esterno le dimissioni. La scadenza del mandato è prevista a marzo 2025 ma le elezioni avverranno prima (entro fine ‘24) compatibilmente con gli adempimenti statutari. Andremo a un confronto democratico: quella delle elezioni è l’unica sede deputata a scegliere la governance. E quella governance sarà portata a fare tutte le scelte. Personalmente non mi sono soffermato sulla mia voglia di poter continuare questo percorso che ritengo impegnativo. Io rispondo ai delegati, al mondo del calcio, il mio è un ruolo di servizio. Ci sono sette componenti nel mondo del calcio ed è giusto che ci sia un confronto aperto, con la possibilità di verificare se il percorso va continuato o interrotto. Le riflessioni saranno fatte dopo aver tolto scorie che attraversano il mio entusiasmo”. 

“La consapevolezza dell’importanza della qualificazione al Mondiale 2026 c’è. Quando abbiamo parlato con Luciano Spalletti, la progettualità puntava al 2026: possiamo fondare tutte le aspettative ma dobbiamo sempre fare i conti con la realtà. Nessuno è in grado di garantire un impegno senza la progettualità. Nel 2018, anno di inizio del mio mandato, scegliemmo di finanziare tutta l’attività di base. Questa progettualità deve portare alla valorizzazione del nostro talento. Tra 60 giorni iniziamo la Nations League: possiamo fare tutti i discorsi che volete, ma siamo lontani dagli obiettivi. Ci siamo accorti che siamo tornati indietro, e che siamo un po’ più lontani, ma non ci possiamo arrendere e pensare di lasciare da parte alcune buone prestazioni che comunque ci sono state. L’obiettivo 2026 esiste ed è reale: sarebbe un disastro inimmaginabile non poter centrare per la terza volta la qualificazione. Non per il risultato ma per il non essere riusciti a trovare la soluzione a un progetto”.






LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.