Nel giorno dell’anniversario della vittoria del 26 maggio 2013, ospitiamo i racconti di cari amici e colleghi e dei nostri redattori su quella fantastica giornata. Daniele Marincioni, conduttore ed attore, si concentra sugli attimi esatti che hanno fatto la storia del calcio a Roma.
#Ilmio26maggio: la storia a Roma ha un solo nome: Lazio!
di Daniele MARINCIONI
C’era silenzio. Un silenzio rumoroso. Giornata di primavera che sprigionava un fuoco infernale. Lo ricordo come se fosse ieri, il 26 Maggio. Le ore precedenti erano percepite come inutili: bisognava iniziare quanto prima. Non era possibile vivere così: il mese precedente la partita era una quotidiana agonia.
“Se non ce la dovessimo fare?”, “Se dovessero vincere loro, sai che incubo”. Pensieri nefasti ad ogni parte, quasi ad avere paura di essere investiti dalla gloria. Anche il citofono sembrava in affanno. Vengono due amici Laziali, insieme ad altri due amici che tifavano gli altri. Il senso dell’amicizia sopra ogni cosa. Eravamo in maggioranza stavolta.
Orsato fischia l’inizio. Tremolii. Tic. La gamba faceva su e giù. Poche parole, solo urli isterici anche di fronte ad un fallo laterale. Lulic ci prova, Klose anche. Ancora niente. Dalla loro parte ci prova Bradley, poco Totti, qualche Destro. Gli spalti faticano. Il silenzio ansiogeno subentra. Sornione come Cana. Ecco Mauri, è lì che alza la testa. Vede la profondità di Candreva che corre, corre. Correva Antonio verso la gloria. Lobont la tocca. Ma Lulic di più. Più forte. E’ DENTRO!
La Lazio è in vantaggio! Dio era Laziale quella sera, insieme alla traversa di Totti: anche quella era Laziale, portata in gloria da Marchetti. Minuti asmatici. Ma Ciani la spazza, verso il cielo biancoazzurro! Orsato soffia. Anzi fischia. Tre volte.
E’ FINITA! Siamo Vittoriosi!
La Storia ha scritto un’altra pagina col solito titolo: LAZIO. E si sa, la storia a Roma la fa chi vince.