di Giorgio BICOCCHI

Finire bene una stagione contraddittoria, conquistare matematicamente l’Europa League (iniziando da subito a considerarla non un supplizio stagionale ma come una competizione in cui arrivare il più lontano possibile), collocarsi – a fine campionato – a 63 punti, cioè una lunghezza in meno della prima Lazio di Sarri.

Ecco la missione della Lazio nella sfida contro il Sassuolo. Con una doverosa postilla: ricordare anche ciò che accadde nella gara del maggio 2023 contro la Cremonese, allora presentatosi all’Olimpico già retrocessa, come lo sarà il Sassuolo (con Ballardini, peraltro, curioso nocchiero come lo fu dei grigiorossi…). Insomma, serve una gara di sostanza, senza sbavature e/o omissioni. Con una squadra concentrata e vogliosa di prendersi i tre punti. L’auspicio e’ che sia una festa biancoceleste: lo meritano Sven, il Matador Salas, gli altri eroi dello scudetto del 2000 – che saranno celebrati – e i 55.000 annunciati all’Olimpico, forse addirittura più della sfida con l’Empoli.

Poi, una volta conclusa la stagione, inizierà la fase del mercato. Con la speranza – chissà che stavolta non si realizzi… – di una squadra già formata all’80/90% per il ritiro di Auronzo. E non invece in attesa degli ultimi scampoli di agosto quando il Campionato avrà già mandato in archivio i suoi primi tre verdetti… Non replicando insomma gli errori commessi lo scorso anno, puntualmente sottolineati da Sarri nella prima intervista dopo l’addio a Formello.

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