di Giorgio BICOCCHI
Difficile sconcertarsi davanti a Di Bello: sono anni che (molto spesso) arbitra così, sommando il calpestio del regolamento e la mancanza di psicologia. Lazio sfortunata, non c’è altro da dire. Il Milan, come sempre, vince quasi all’ultimo sussulto, senza grandi meriti.
Primo tempo
– Pioli che abbraccia Di Bello. Leao che firma autografi, dieci minuti prima del via, a giovani tifosi rossoneri della Monte Mario. Sembra il prologo a una festa del Diavolo…;
– Il Milan giochicchia, noi siamo compatti;
– Vecino sfiora il gol sotto la Sud. La porta che predilige…;
– Maignan frana su Castellanos: rigore per danno procurato, molto semplice. Non per Di Bello e Aureliano, Var bendato e tutto a posto;
– Lazio sul pezzo: raddoppi frequenti, buoni scambi. Il Milan? Non pervenuto;
– Di Bello in cattedra: non ammonisce Loftus Cheek per un fallo in scivolata su Vecino;
– Il primo giallo? Lo becca Sarri, esasperato…
– “Ma questo è tornato quello di sette anni fa, compare di Giacomelli…”, ci scrive un amico. Ricordando che Di Bello era Var (con una benda sugli occhi) di quel famigerato Lazio/Torino, il più grande scandalo in epoca Var;
– La Lazio non impegna Maignan ma meriterebbe il vantaggio per deduzione e impegno;
– Nel finale della frazione più Milan: Pulisic impegna Provedel. E puntualmente Di Bello fa battere il conseguente corner pure a recupero abbondantemente scaduto…;
– “Aho, ma non potrebbero gioca’ sempre così?”, si commenta in Monte Mario. Già ma altrimenti che Lazio sarebbe?
Secondo tempo
– Sarà la frazione dominata più dall’arbitro che dalle sue squadre;
– Ci schieriamo compatti e ripartiamo. Partita seria, la nostra;
– Poi il patatrac: Castellanos prende un colpo al viso, il quarto uomo Sacchi sonnecchia, Di Bello non ferma il gioco, Pulisic si invola e Pellegrini, già ammonito, lo stende e si prende il rosso;
– Sembra finita, a beneficio del Milan. Che però non sfonda. Anzi, Immobile – che rileva il Taty – si mangia un gol a pochi passi da Maignan;
– Pioli rivolta il Milan. Leao segna ma e’ in fuorigioco. Avanti lottiamo ma in 10 e’ dura;
– “Questo mica fa un favore a chi vo’ diventa’ arbitro…”, sentenzia la Monte Mario. E il soggetto della frase e’ sempre lui, Di Bello…;
– La Lazio non molla: il coraggio e l’ardore mai sono mancati. Marusic probabilmente offende l’arbitro e restiamo in 9;
– Poi la perla finale del fischietto: Guendouzi subisce una ripetuta trattenuta (roba da 10 metri abbondanti) di Pulisic. Matteo si sbraccia ma neppure lo colpisce: Di Bello, all’apice di una gara-no, espelle il francese e ci lascia in 8;
– Inevitabile il Far West finale con giocatori che si cercano r si offendono (occhio al referto…);
– Taccuino troppo dominato dai commenti sull’arbitro, protagonista nefasto. Ci rifaremo a Monaco. Perché? Perché siamo ampiamente in credito con la sorte e crediamo nel nostro famigerato “stellone”…