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Raimondo Marino: “Alla Lazio manca un leader in difesa. Luis Alberto a volte poco rispettoso”

28.01.2024 Lazio vs Napoli Serie A

Raimondo Marino, ex difensore della Lazio, è intervenuto sui 90.7 di Radio Olympia per parlare di Lazio alla vigilia della sfida col Bayern Monaco, nella trasmissione condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




“La Lazio non deve leggere i giornali prima di una partita del genere, deve restare serena. Io prima di una partita importante mi isolavo da tutto, anche dai miei compagni. All’epoca c’era una responsabilità certa sugli errori, si giocava ad uomo, per un difensore se un attaccante segnava non si poteva dire “non è colpa mia” se era quello che dovevi marcare tu. Quando Fascetti mi assegnava una marcatura dovevo seguirlo dappertutto, se ti scappava erano problemi”.

“Fascetti era una persona vera, stavo parlando proprio ieri di lui, di un ragazzo eccezionale come Magnocavallo, gioioso come Fiorini. Magnocavallo però rilasciò un’intervista fortemente critica su Fascetti e per il mister fu un’offesa grave perché le cose che non andavano dovevano essere discusse faccia a faccia”.

“Luis Alberto è un giocatore fortissimo ma ogni volta che esce manca di rispetto all’allenatore, ai tifosi e soprattutto al ragazzo che sta entrando al posto suo. Le cose vanno dette in faccia nello spogliatoio, è inutile buttare la giacca della tuta o dare calci alle bottiglie. Immobile è il leader della squadra e non ha bisogno di questo. A Lecce mi scontrai con la buonanima di Mazzone che non mi vedeva di buon occhio perché ero Laziale, si parlava in faccia all’epoca e gli dissi: “Se non mi sopporta, allora mi metta fuori”. Ma non si facevano scene in campo”.

“Sono sincero, l’operato di Sarri non mi piace molto, a volte fa delle scelte come se fosse superstizioso. A Napoli faceva sempre le stesse sostituzioni e anche alla Lazio non mi sembra sia cambiato. La Lazio manca di un difensore leader, capace di tenere la difesa sempre attenta, che parla e rompe le scatole a tutti. La Lazio ha difensori che hanno alti e bassi, fanno bene ma prendono anche gol non da squadra che può vincere lo Scudetto o andare in Champions. Io ho giocato con Rudy Krol che quando non ero attento davanti a 80.000 spettatori al San Paolo ti strappava la maglia di dosso, il leader è questo”.






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