di Giorgio BICOCCHI
C’è da aver paura di questo Cagliari disastrato, in piena lotta per salvarsi, capace di vincere solo 4 delle 23 gare giocate, squadra zavorrata pure dalla bellezza di 42 reti subite? Certo perché la nostra Lazio, purtroppo, deve temere quest’anno – instabile e volubile come è… – anche i fruscii del vento, figurarsi un viaggio sull’isola dove, dai tempi del gol di Caicedo nel maxi-recupero, non ci amano neppure un po’.
E’ campo stretto, la Unipol Domus, a fianco del vecchio Sant’Elia dove il Cagliari scudettato si trasferì dopo la grande festa del ’70. Ed è terreno dove le ultime Lazio hanno pure conquistato punti pesanti. Stavolta, invece, la vigilia è stata pesante, ricca di incognite, negli occhi la deficitaria prova di Bergamo e pure la sofferenza patita nella gara di andata – giocata appena due mesi fa in cui i rossoblu’ – solo per una “paratona” di Provedel nel recupero – non conquistarono il pareggio.
Cosa temere del Cagliari, reduce da tre schiaffi di fila? La voglia di rialzarsi, di correre, raddoppiare le marcature e dare tutto. Insomma, tutti ingredienti che ha esaltato Ranieri nel pre-partita (a proposito, gli altri allenatori parlano prima di ogni gara, Sarri invece l’ha fatto una sola volta quest’anno, addirittura il 19 agosto, ahinoi…) caricando la squadra. Luvumbo, su tutti, capace di correre e creare superiorità. E poi Viola, uno che disegna traiettorie sempre infide. Senza contare il mestiere degli attaccanti, da Lapadula a Pavoletti, ad esempio, mestieranti senza età.
Dovremo alzare subito il ritmo, senza adagiarci, né facendo scorrere il tempo. Il Cagliari non possiede una difesa invalicabile: basterebbe creare superiorità sugli esterni e gettarsi a capofitto in area. Il problema è che la Lazio attuale sembra gruppo profondamente malato, che non regala certezze.
Eppure vincere a Cagliari (anche con un gol di stinco, badate bene, ormai non imploriamo piu’ prestazioni scintillanti sul piano del gioco…) potrebbe ridarci uno sprazzo di serenità in vista della grande notte col Bayern ma, soprattutto, della sfida all’ora di pranzo di domenica 18 contro il Bologna.
Quella si altra partita in cui gettare il cuore oltre l’ostacolo. Già, gli ostacoli… Quanti se ne sono frapposti – da agosto in poi – sulla strada della vulnerabile Lazio di Sarri 3.0…