Patrizia Panico, leggenda della Lazio e del calcio femminile italiano (109 gol con la maglia Azzurra, 223 alla Lazio), nel giorno del suo compleanno è intervenuta ai microfoni di Radio Olympia, nella trasmissione condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:
“Il calcio femminile sta attraversando una crescita che nei paesi esteri si era già vista, noi arriviamo sempre un po’ in ritardo ma anche in Italia si stanno facendo passi avanti. I risultati spesso non vanno di pari passo con i progetti, non bisogna lasciare da soli i club che spesso non si sostengono da soli con il calcio femminile e non si può pensare di elemosinare dal maschile, bisogna strutturarsi partendo dai settori giovanili ma anche dalla Federazione che deve lavorare per rendere sempre più visibile un movimento in crescita. La formula della Serie A attuale è stata un po’ sperimentale e al momento a mio avvio non ha portato ciò che tutti auspicavano, ovvero maggiore competitività e maggiore interesse. Oltretutto in Serie B stanno crescendo realtà importanti, oltre alla Lazio Women ci sono la Ternana, la Cesena e il Parma, paradossalmente sta diventando più avvincente il campionato cadetto che quello di Serie A.”.
“Credo che Sarri abbia gli strumenti per risolvere anche le situazioni difficili, quest’anno è stato difficile fare a meno di Milinkovic-Savic e anche l’assenza di Immobile che sta combattendo con gli infortuni e le difficoltà di Luis Alberto stanno contribuendo a rallentare la squadra. L’entusiasmo purtroppo lo riportano solo i risultati, forse già quello che è stato fatto dalla Lazio nello scorso anno è stato sottolineato con poca enfasi rispetto alla sua reale importanza”.
“A volte per un giocatore lo stato fisico e quello mentale sono strettamente legati, se non stai bene fisicamente poi non rendi come al solito e mentalmente cala la condizione e viceversa. Mettere in discussione Immobile non è giusto per ciò che ha dato a questa maglia ma è anche naturale iniziare a immaginare un futuro, dopo aver raggiunto un apice è naturale arrivare a una flessione
“Alla Lazio avevo Bruno Giordano come idolo, perché faceva gol, era romano, laziale, ho avuto la possibilità di incontrarlo e conoscerlo e tutte le volte che lo incontro glielo ribadivo sempre. Vincere lo Scudetto ai rigori è stato il momento più bello e emozionante con la maglia della Lazio, c’era la diretta radiofonica, un pullman di tifosi che ci aveva seguito e nonostante non ci fossero gli strumenti di oggi è stato bellissimo portare quell’entusiasmo attorno alla Lazio femminile”.
“Da Laziale il primo momento in assoluto che ricordo con piacere è il 26 maggio, è un qualcosa di indelebile. Ero in curva ed è stata un’emozione stupenda. Il secondo momento è la prima volta che sono entrata allo stadio, mi hanno portato i miei cugini in curva e siamo andati la domenica pomeriggio, con i mezzi pubblici. Il terzo sicuramente lo Scudetto femminile con la Lazio vissuto da protagonista”.
“Io sono andata a fine carriera a giocare negli Stati Uniti, nel New Jersey, ed è stata un’esperienza molto formativa, non tanto dal punto di vista tattico perché gli Americani non sono esperti come in Italia da questo punto di vista, ma dal lato della preparazione fisica e della metodologia è stata un’esperienza unica, loro sono professionisti e hanno creato un campionato appetibile dal punto di vista degli sponsor e del marketing, creando poi eventi all’interno dell’evento della partita”.