di Giorgio BICOCCHI
Cavalcare l’onda, alimentare la scintilla delle tre vittorie di fila e del successo nel derby di Coppa Italia: questa la missione per la gara all’ora di pranzo con il Lecce. Con una avvertenza: avremo di fronte una sorta di bestia nera, avete presente una replica del fu Chievo di Pellissier o fu Genoa di Criscito? Ecco, incontravano la Lazio – fino a qualche anno fa – e regolarmente tornavano a casa con punti pesanti.
Basti pensare che solo nel 2023 abbiamo incontrato tre volte il Lecce, perdendo in due circostanze (pure rimontati, maledizione…) ed evitando il clamoroso stop all’Olimpico solo nei minuti di recupero (lo scorso maggio grazie ad una capocciata di Milinkovic).
Insomma, i pugliesi sembrano il classico gruppo che – pur essendo largamente inferiori nelle individualità – soffriamo, chissà poi perché anche se di queste situazioni il calcio abbonda… Stavolta però dobbiamo necessariamente invertire la tendenza, ovvero vincere. Poco importa se ciò avvenisse al termine di una gara spumeggiante o di una partita noiosa: mai come domenica mattina conterà il risultato pieno.
Cosa fare, allora, per ottenere i tre punti? Far correre a vuoto i giallorossi, maestri nel pressing e nelle ripartenze palla a terra, con due ottimi giocatori come Oudin e Strefezza a tenere unito centrocampo e corsie offensive esterne. Il centravanti Krstovic – una delle tante scoperte di un diesse attento ed oculato come Corvino – è uno da tenere d’occhio (anche se il Romagnoli visto nel derby ci lascia tranquilli…).
Per il resto servirà una Lazio con ritmo e idee, soprattutto. Il Lecce non sa chiudersi a doppia mandata (e il 4-3-3- che adotta lo dimostra…) ma sa giocare, soffrendo e poi magari ripartendo di slancio. Insomma, una classica mina vagante sulla nostra strada. Una squadra che segna quasi come noi (solo tre reti in meno), che subisce il giusto, che ha nel portiere (antipatico ma bravo) Falcone, nel “corazziere” Baschirotto, nel corridore Gallo i suoi punti di forza.
Alla Lazio si chiede uno sforzo supremo prima di correre a Fiumicino e volare a Riad per la seconda avventura di Supercoppa in Arabia Saudita. Possiamo infrangere il tabù giallorosso grazie agli spunti di Lazzari o Zack, ai dribbling di Isaksen, ai lampi di ingegno ritrovati di Luis Alberto.
Immobile e Castellanos fuori? Chissà allora che Felipe, schierato al centro del tridente, non possa – con movimenti continui senza palla – mandare in tilt gli automatismi della retroguardia di D’Aversa. Saremo diretti – per la prima volta nella storia – da una donna. Speriamo che il tutto coincida con una vittoria e che la classifica – alle 23 di domenica – faccia davvero ritrovare la Lazio ancora più su in classifica…