“Sono triste di dover parlare della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Rileggeremo e valuteremo se rivedere la nostra posizione sulla Superlega: è importante sottolineare che non abbraccia i principi su cui si basa il calcio, quelli del merito sportivo, che sono garantiti solo dall’Uefa. Il calcio rimane unito e lo proteggeremo da ogni progetto che possa danneggiarlo. Ho visto il progetto di A22 Sports ed è difficile dire se ci si debba sentire scioccati o attaccati. Io mi sento violato – afferma Ceferin -. Di sicuro i campioni nazionali possono accedere solo al terzo livello (della nuova Superlega, ndr). Il sistema è più chiuso di quello del 2021 rifiutato da tutto il mondo del calcio. Squadre come Girona o Atalanta non si potrebbero qualificare per la Superlega, per cui è sbagliato parlare di competizione aperta“.
“Non abbiamo mai detto che non si possa andare fuori dal sistema, ma non si può uscire e allo stesso tempo voler giocare i campionati nazionali. Abbiamo dalla nostra parte i governi e le istituzioni nazionali. Non c’è stato il semaforo verde per la Superlega come era stata proposta nel 2021, il calcio non è in vendita. Non sono sicuro che sappiano cosa stanno facendo“.
Sui social stanno contestualmente arrivando comunicati di molti top club che si stanno già sfilando dal progetto. La Premier League si è detta contraria e il Governo britannico, fuori dall’UE, si è detto pronto a varare una legge che di fatto impedisca l’adesione a competizioni fuori dall’egida FIFA e UEFA. Pareri negativi sono arrivati da Atletico Madrid, Bayern Monaco, Paris Saint Germain e diversi altri club europei, che fanno pensare a una partenza difficoltosa del progetto Superlega, quantomeno in tempi brevi.