di Giorgio BICOCCHI
Ci scuseranno i puristi-sarriani, quelli per i quali si vince e si convince giocando esclusivamente bene, senza sotterfugi o scorciatoie. Però, pensandoci bene, il viaggio biancazzurro a Verona assomiglia ad una vera imboscata: ecco perché l’auspicio è quello di vedere al “Bentegodi” una Lazio da sciabola e non da fioretto.
Abbondano le insidie: innanzitutto le nostre assenze (Romagnoli, Patric su tutti), senza considerare le condizioni non proprio al massimo di Luis Alberto e Zaccagni. A questo aggiungete, in rigoroso ordine sparso, il nostro mal di trasferta (5 sconfitte in 7 gare sin qui disputate lontano dall’Olimpico), una formazione avversaria che – d’accordo, non vince da fine agosto – ma sembra viva e vitale nonostante, da parecchie settimane, il tecnico Baroni sia sulla graticola, il “Bentegodi” zeppo come un uovo (forse era dai tempi di Briegel e Elkiaer che non era così pieno ed entusiasta…), retaggio delle celebrazioni per il 60emo anno della sua costruzione.
Insomma, miscelando il tutto (sommate pure il gelo che troveremo: certo non aiuterà chi, tra i nostri, convive con malanni muscolari…) ed ecco che troverete gli ingredienti per una sfida da vivere in autentica trincea, provando a dare tutto, corti, compatti e pure agonisticamente cattivi per via dell’ambiente torrido che troveremo.
Il Verona – nonostante la classifica asfittica – sembra in grado di darci problemi perché, soprattutto dalla cintola in su, assembla giocatori veloci e tecnici (N’gonge, Lazovic, Bonazzoli, Suslov) a veri combattenti di area di rigore come Henry e Djuric. Vero è che la difesa scaligera balbetta alquanto, che Coppola e Aimone non sono certo risorse imprescindibili e decisive ma è la Lazio, soprattutto, a non dare molte certezze presentando l’inedita cerniera centrale composta da Marusic e Gila.
Su chi puntare per sbancare il “Bentegodi” (ultima nostra vittoria nel 2021 grazie alla capocciata al fotofinish di Milinkovic), magari approfittando degli scontri tra Juve e Napoli e Roma e Fiorentina? Gli spunti di Lazzari, le corse a perdifiato di Guendouzi, magari i lampi di un ritrovato Felipe, le auspicate verticalizzazione del Mago per Ciro, uno che in carriera ha spesso fatto male ai gialloblù.
Partita-spartiacque, direbbero quelli che prevedono il futuro. E stavolta sembra davvero così perché, alla vigilia dell’improba gara contro l’Inter, vincere a Verona, dando una sistemata alla classifica, potrebbe realmente cambiare (in meglio…) il nostro Campionato…