di Giorgio BICOCCHI
Correre, correre e restare, se possibile, stretti e compatti. Il segreto per arginare/limitare l’Atalanta (che all’Olimpico, ahinoi, non battiamo in Campionato dal 2017…) è essenzialmente questo. Non dare spazio ai nerazzurri, evitare le sovrapposizioni dei due esterni di centrocampo. Non dare poi campo a Lookman, principalmente – uno in grado di ribaltare il fronte del gioco in un lampo con le sue sgassate – e schermare Koopmeiners, ad oggi l’uomo in più del complesso di Gasperini.
Parliamoci chiaro: individualmente l’Atalanta non è più forte di noi. La differenza, ad oggi, la sta facendo una diversa interpretazione del collettivo. Più organizzato quello nerazzurro, più disomogeneo quello biancazzurro. E pure una diversa condizione di forma di molti interpreti delle due formazioni: la difesa nerazzurra concede poco (come attestato dalle ultime gare contro Juve e Sporting, mica due qualunque…) mentre la nostra accusa il cattivo stato di forma dei due centrali e le frequenti amnesie degli esterni bassi. Aggiungete che, ad oggi, non abbiamo ancora un centrocampo-tipo (dove gli esiti delle partite vengono orientati…) e il gioco è fatto. Noi siamo sedicesimi e con un mucchio di problemi, l’Atalanta strizza l’occhio alla zona-Champions…
Crediamo poco al fatto che i nerazzurri possano essere fiaccati dall’usura della sfida di giovedì sera a Lisbona: Gasperini possiede ricambi all’altezza (vedi Pasalic) in tutte le zone del campo e la sensazione è che, ad oggi, chiunque entri faccia bene e si muova in armonia con il resto della squadra.
Alla Lazio servirà ritmo, magari per 70/75 minuti. Alimentato dal dinamismo di Rovella e dal moto di Guendouzi, principalmente. E se Ciro – come sembra – dovesse dare forfait l’opzione di un tridente leggero, con Taty pronto a dare una mano nel secondo tempo, potrebbe essere il grimaldello giusto per bucare Musso e la difesa avversaria. In fondo una delle più convincenti gare della Lazio-sarriana fu proprio quella disputata un anno fa a Bergamo. Senza Ciro ma con Pedro, Zaccagni e Felipe in versione-guastatori…