di Giorgio BICOCCHI

Il segreto per non consegnarsi mani e piedi al Torino? Far girare rapidamente la palla, forzando il ritmo. Ecco cosa prediligere nella sfida (brutta brutta…) dell’Olimpico. Perché una Lazio fiaccata, che agisca in orizzontale con un predominio territoriale sterile, senza fiammate, costantemente sotto ritmo, sarebbe rivale perfetta per il Toro che ama invece aspettare, schierandosi sulla propria trequarti per poi ripartire.




Noi ci aspettiamo di vedere il tandem d’attacco composto da Zapata e Sanabria (non Zanabria come lo chiamò Lotito ad Auronzo, storpiandone il nome…), due che, con l’attuale nostra balbettante difesa, potrebbero crearci – se sufficientemente imboccati – non pochi problemi.

Per carita, il Torino di punti deboli ne ha. Come il portiere Vanja (non ce ne voglia, da Ryad, Sergej), spesso distratto, capace di superbi interventi ma pure di fragorose frittate. O come gli esterni che accusano difficoltà se presi in velocità.

Certo, questo Toro tutto cuore, dedizione, muscoli e raddoppi costanti sembra davvero – alla vigilia – il peggior avversario per l’arrafazzonata Lazio odierna. Metteteci pure che i granata sono ciclicamente la nostra “bestia nera”. Non perdono all’Olimpico dal 2019, Juric mai ha perso con Sarri battendo pure Inzaghi, nel dicembre 2020, quando sedeva sulla panchina del Verona. Senza contare – andando a ritroso – che pure la grande Lazio di Maestrelli perse nel 1973-1974 entrambe le gare col Toro, regalandogli 4 punti su 4.

Sarebbe un bel guaio se Zaccagni non dovesse farcela, utile come è nelle percussioni visto l’attuale, improvviso letargo di Anderson.

Chiaro che una Lazio auspicabilmente vittoriosa passerebbe per una difesa ermetica, che tolga il respiro a Zapata e Sanabria, inaridendo magari gli spunti e gli estri di Vlasic. Sicuro, giochiamo sostanzialmente male, credendo poco in quello che facciamo. Ma è pur vero che la jella è compagna costante: pensate se fossero entrati i tre pali colti da Immobile nelle gare disputate contro Lecce, Genoa e Monza. Avremmo sicuramente 4 o forse anche 6 punti in piu’. Fate due conti e vi accorgerete quanto il fato avverso – nel calcio ma pure nella vita (ahinoi…) – possa oggettivamente incidere…






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