di Giorgio BICOCCHI (foto © Gian Domenico SALE)

D’accordo, una squadra come la nostra in queste condizioni (una sola vittoria in sei gare ufficiali, tralasciando gli stop contro Aston Villa e Girona nelle uniche due amichevoli “serie” estive…) andrebbe aiutata con qualche alchimia tattica. Un cambio di modulo? Certo, se servisse ad arrestare questa pericolosa emorragia che sta immalinconendo l’intero ambiente proprio nell’anno della Champions ritrovata e degli oltre 30.000 abbonati…




Ma c’è un altro aspetto che balza all’occhio e che non riguarda lo scricchiolante 4-3-3 attuale: e’ quello della condizione di alcuni interpreti. Prendete, ad esempio, la catena di destra, o meglio l’ex binario che ha garantito alla Lazio passata gol e occasioni a raffica. Lazzari e’ ormai retrocesso a quarta opzione tra i laterali. Milinkovic e’ al sole di Ryad e Felipe sembra essere tornata all’abulia di 10 anni fa quando faceva dannare prima Petkovic e poi Reja.

Insomma, di quel punto di forza della Lazio del passato non vi è più traccia. E questo e’ uno dei motivi per cui creiamo poche occasioni e le difese avversarie ci prendono comodamente le misure. Poi c’è Casale: impeccabile contro Osimhen ma poi capace di collezionare una gara horror contro Vlahovic. Anch’egli sembra lontanissimo parente del “muro” ammirato fino allo scorso giugno. Ora è alternativa a Patric. Idem Romagnoli che magari maschera col mestiere alcune amnesie ma che è spesso saltato, raramente decisivo. Altro caso aperto e’ Pedro, forse con la testa alle offerte arabe e mai furetto come lo era stato in passato. Come Hysaj, sempre in difficoltà (tranne che a Napoli…), replicando le omissioni della prima stagione.

E i nuovi, direte? Qui occorre per forza tirare in ballo la tempistica. Kamada ha giocato la prima gara con la Lazio il 10 agosto a Latina. Isaksen va aiutato ad inserirsi in un sistema di gioco in cui Sarri non ammette tentennamenti. E Guendouzi e’ sbarcato a Formello neppure un mese fa… Fate due conti, e’ più di mezza squadra che annaspa, che va in campo senza certezze. D’accordo che al momento attuale, col poker scivolosissimo di gare che ci attende, la squadra andrebbe supportata e protetta con un intelligente cambio di modulo, magari più conservativo. Ma e’ altrettanto vero che, purtroppo, molto singoli latitano, lontani parenti da quelli ammirati nella stagione dei 74 punti e del correlato secondo posto.






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