Bella e sfrontata nel primo tempo, intelligente e matura nella ripresa. E quel che più conta vincente. In un ‘Meazza’ riscaldato dalla passione di oltre 58.000 tifosi, la Nazionale riprende la corsa verso l’Europeo battendo 2-1 l’Ucraina e agganciandola al secondo posto nella classifica del girone. Dietro alla capolista Inghilterra ci sono ora tre squadre a quota 7 punti, ma gli Azzurri hanno giocato una gara in meno rispetto agli ucraini e alla Nord Macedonia. L’Italia sembra già aver recepito i dettami di Spalletti, correndo e facendo correre il pallone, pressando con ferocia e mettendo in campo quella qualità nelle giocate che, complice un campo in pessime condizioni, non si era vista in Nord Macedonia.
La doppietta di Frattesi, il migliore in campo, ci consegna il doppio vantaggio, ma in chiusura di primo tempo Yarmolenko riapre la partita. Nel giorno del rientro a scuola per milioni di studenti italiani, la Nazionale dimostra di aver imparato la lezione di Skopje e nonostante il vantaggio continua a spingere alla ricerca del terzo gol, senza farsi schiacciare dalla paura. E porta a casa una vittoria meritata, che potrebbe rivelarsi determinante per centrare la qualificazione all’Europeo.
LA PARTITA. Sono cinque i cambi rispetto alla partita con la Nord Macedonia, tre dei quali obbligati visti gli infortuni di Mancini, Politano e Tonali. Davanti a Donnarumma, per l’occasione con la fascia da capitano al braccio, Scalvini (classe 2003), già subentrato a Mancini nella ripresa con i macedoni, va ad affiancare Bastoni (classe 1999), formando quella che potrebbe essere la coppia di centrali del futuro. Per il resto è la stessa difesa vista a Skopje, con Di Lorenzo e Dimarco chiamati a spingere sulle fasce in un 4-3-3 in cui cambiano per due terzi sia il centrocampo che il tridente d’attacco, dove gli unici confermati sono Barella e Zaccagni. In regia c’è Locatelli, Frattesi è l’altra mezzala. In avanti spazio a Zaniolo, con Spalletti che lascia in panchina Immobile e lancia Giacomo Raspadori, match winner un anno fa a San Siro con l’Inghilterra. Più limitata la rotazione del Ct ucraino Rebrov, che rispetto alla sfida di sabato con l’Inghilterra ne cambia solo tre: fuori mister 100 milioni Mudryk e dentro Yarmolenko, mentre Dovbyk viene preferito a Yaremchuk come terminale offensivo.
Dopo gli inni nazionali (applaudito da tutto lo stadio quello dell’Ucraina), spinta dai 58.000 di San Siro l’Italia parte forte e al 3’ effettua la prima conclusione della sua partita con Di Lorenzo, che da fuori area calcia alto. Il pressing alto degli Azzurri favorisce il recupero del pallone nell’area avversaria, gli scambi sono rapidi e precisi. Merito anche del terreno di gioco del ‘Meazza’, un tavolo da biliardo rispetto al campo della Todor Proeski Arena. Il copione è prevedibile: gli Azzurri a fare la partita, l’Ucraina rintanata nella propria metà campo ma pronta a far male con le ripartenze, come quella da cui sabato con gli inglesi è nato il gol del momentaneo vantaggio di Zinchenko.
Al 10’ bella combinazione made in Napoli sull’asse Di Lorenzo-Raspadori, che da ottima posizione non inquadra la porta. È il preludio al gol del vantaggio: Sudakov al limite dell’area scivola, Zaccagni gli ruba palla e serve Frattesi, che con un destro secco fulmina Bushchan. Esulta il pubblico del ‘Meazza’, Spalletti in panchina applaude. Gioca bene l’Italia, Zaccagni e Zaniolo sono ispirati e combinano bene sulle fasce con Dimarco e Di Lorenzo. Al 26’ Dimarco crossa per la testa di Frattesi, torre aerea per Raspadori che manda alto al volo dall’altezza del dischetto. Tre minuti dopo arriva il meritato 2-0, con Frattesi che sfrutta un rimpallo dopo una conclusione di Zaniolo murata dalla difesa e realizza la sua prima doppietta in Nazionale, la terza rete consecutiva dopo quella segnata a giugno con i Paesi Bassi in Nations League. E poco importa che l’esultanza sia a scoppio ritardato. Lo spagnolo Hernandez, su segnalazione del guardalinee, annulla, ma il VAR lo richiama: la posizione è regolare, il gol è buono. La pratica però non è chiusa, l’Ucraina è viva. Donnarumma si oppone per due volte a Dovbyk, ma la seconda volta Yarmolenko è in agguato e sulla respinta fa 2-1.
L’Ucraina esce dagli spogliatoi intenzionata a completare la rimonta. Ci prova Tsygankov, Locatelli si oppone in scivolata, poi Dovbik sfugge alla marcatura di Bastoni e per nostra fortuna calcia a lato. L’Italia ha più spazi a disposizione, il solito Dimarco trova sul secondo palo Zaniolo che serve l’accorrente Zaccagni, ma la conclusione è da dimenticare.
Entrano Biraghi per Dimarco e Gnonto per Zaccagni, mentre Rebrov si gioca la carta Mudryk. Al 60’ un colpo di tacco illuminante di Zaniolo manda in porta Raspadori, ma Bushchan si allunga e devia in angolo. Scalvini di testa manda alto, Zaniolo da fuori area impegna ancora Bushchan. Poi, al termine di un flipper nell’area ucraina, Locatelli centra la traversa. L’Italia non si accontenta del 2-1, vuole chiudere la partita memore di quanto successo tre giorni fa a Skopje. Per l’ultimo quarto d’ora Spalletti manda in campo anche Orsolini e Retegui per Zaniolo e Raspadori: dal punto di vista tattico non cambia nulla. Mudryk si incarica di battere una punizione dalla stessa posizione da cui Bardhi ha trafitto Donnarumma, la mira fortunatamente è diversa. Ci prova anche Konoplya, che sfrutta i centimetri in più rispetto a Gnonto e di testa manda a lato. È proprio l’attaccante del Leeds ad avere sul piede il pallone del match point, ma al momento di concludere si fa anticipare. Poco male, perché dopo tre minuti di recupero l’arbitro dice che è finita. Ed è una vittoria, la prima del nuovo corso targato Spalletti, che vale oro.
Il cammino verso l’Europeo riprenderà tra un mese: il 14 ottobre l’Italia ospiterà Malta a Bari, poi il 17 volerà a Wembley per affrontare l’Inghilterra in una partita che rievoca il dolce ricordo del trionfo a EURO 2020. Un titolo da difendere la prossima estate in Germania, ma prima c’è una qualificazione ancora tutta da conquistare.