di Claudio CHIARINI
Leggo con sgomento che l’affare Samardzic alla Lazio potrebbe saltare a causa del rifiuto di Basic di accettare il trasferimento all’Udinese. Mi era parsa un’ottima notizia che il club friulano avesse proposto l’acquisizione della mezz’ala croata come parziale contropartita per la cessione del talento serbo, abbassando notevolmente la richiesta in denaro a 18 milioni di euro. E non avevo dubbi sul fatto che Basic avrebbe colto al volo l’opportunità di potersi rilanciare in un club importante e ambizioso del campionato di Serie A: un’occasione perfetta per lui!
Il fatto invece che Basic pare non voglia trasferirsi ad Udine, rischiando di bloccare un affare di fondamentale importanza e impatto sul mercato della Lazio, mi fa molto riflettere, anche sulle cause del suo fallimento in maglia biancazzurra.
Come può, infatti, un centrocampista di ormai 26 anni, e dunque non proprio di primo pelo, che ha avuto a disposizione ben due stagioni agonistiche per farsi notare, se non per imporsi, nella Lazio, non rendersi conto che in questo lungo periodo di tempo non è riuscito a mostrare nulla di buono?
Come fa a non rendersi conto che se restasse alla Lazio non farebbe altro che ammuffire in panchina o in tribuna?
Come fa a non comprendere che è giunta l’ora di cambiare aria?
E poi perché il no all’Udinese?
Capirei un no ad una squadra di Serie B, che forse sarebbe un livello più confacente alle capacità espresse fino ad ora da Toma, o di un campionato straniero di secondaria importanza…
Basic forse pensa di meritare altre possibilità alla Lazio o di poter ambire a fare il titolare in Ligue1, in Spagna, in Germania o addirittura in Inghilterra…
Se così fosse mi sarebbe ancora di più chiaro il perché del suo rendimento così scadente alla Lazio: un giocatore che probabilmente non è consapevole dei propri limiti, difficilmente riesce a lavorare su di essi per migliorare. La presunzione lo acceca e lo blocca al livello in cui si trova.
E allora ecco che traspare evidente quale è il principale limite del giocatore Toma Basic: non fisico, non tecnico, bensì caratteriale e mentale.
Mi auguro che qualcuno del suo entourage in queste ore riesca a farlo riflettere e ad aiutarlo a comprendere che l’Udinese è il meglio che gli possa capitare per salvare una carriera che, altrimenti, rischierebbe di naufragare nella mediocrità.