Il difensore spagnolo della Lazio, Mario Gila, dal ritiro della Spagna Under 21, impegnato negli Europei di categoria, ha rilasciato delle dichiarazioni al portale Relevo, ripercorrendo il suo primo anno in Italia:
“Sono contento di aver aiutato la squadra negli ultimi cinque minuti contro la Croazia. Entrare alla fine è una cosa non facile, è un lavoro che faccio da tempo perché alla Lazio in questa stagione non ho avuto un ruolo molto importante nel senso di avere molti minuti. Dovevo farmi trovare pronto per qualsiasi cosa, è un lavoro che devi fare mentalmente. Non devi essere pronto solo per i dieci minuti prima, nel riscaldamento, ma è una preparazione che devi fare per tutta la partita“.
“Sapevo che sarebbe stato difficile in Serie A, questo è stato uno dei motivi per cui sono partito per andare a giocare alla Lazio. Andare in un altro Paese, dove la difesa è molto diversa dalla Spagna, dove sarei cresciuto molto… Mi aspettavo una stagione difficile, ma pensavo che avrei giocato un po’ di più. La situazione è andata così e con un aiuto esterno ho affrontato bene la situazione. È complicato perché hai sempre giocato, arrivi in una squadra fuori dalla tua città e sai che è difficile adattarsi, ma pensi a ottenere più minuti. È una cosa che mi sono messo in testa, è il mio primo anno e ho un’altra stagione davanti. Non devo pensare alla stagione precedente, perché ho imparato molte cose e sono molto felice a livello personale, per quanto sono cresciuto. Non ho motivo di rimpiangere di non aver giocato, sono cose che capitano e l’importante è affrontarle bene“.
“All’inizio dell’anno ho passato un brutto periodo, perché avevo giocato sempre e tutto andava per il verso giusto. Arrivare lì, in un altro Paese… È stato difficile non avere i minuti o la posizione in squadra che mi aspettavo. Ho deciso di chiedere un aiuto psicologico, ho contattato un ragazzo tramite un conoscente. Per gli atleti, che sia un bene o un male, è importante avere qualcuno che ti aiuti. Ti aiuta a tenere i piedi per terra e a gestire le situazioni da un altro punto di vista. Sono situazioni molto difficili, abbiamo 21 o 22 anni e la nostra testa non è matura come dovrebbe essere per le situazioni che viviamo e penso che sia molto necessario chiedere un aiuto psicologico e averlo“.