di Giorgio BICOCCHI 

E’ una storia quasi non da Lazio. Già perché domani potrebbe arrivare – addirittura con due turni di anticipo – la matematica qualificazione alla prossima Champions League complice l’annunciata penalizzazione della Juventus. E la “soluzione finale” – ovvero una Lazio che festeggia in netto anticipo i suoi traguardi – e’ in assoluta controtendenza con la storia biancazzurra.

Decima vittoria esterna, 68 punti in classifica, la possibilità concreta di arrivare adesso tra le prime tre, qualificandosi pure per le semifinali della prossima Supercoppa di Riad: cos’altro chiedere di più?




Primo tempo

– A Udine si sta in mezze maniche. L’ultima volta che ci capitammo a metà Maggio avevamo la sciarpa. Clima pazzo;

– Udinese imbottita di centrocampisti. Che ci faranno correre…;

– Come previsto e’ Udogie – sotto la tribuna centrale – l’uomo più pericoloso. Vince di forza i duelli con Lazzari e fa ammonire pure Felipe. Che raramente lo riesce a saltare;

– Muoviamo palla ma manca la rifinitura;

– Ciro impegna Silvestri di testa. Se fosse stato gol ci sarebbe stato l’intervento del Var;

– Sergej stralunato come se avesse visto un film birmano con sottotitoli;

– In difesa rischiamo poco perché Casale, soprattutto, fa un lavorone su Beto;

– Dopo la mezz’ora sembriamo più sciolti. E Luis Alberto, su assist di Immobile, non inquadra la porta da ottima posizione;

– Diciamo la verità: se non fossimo parte in causa avremmo già cambiato canale. Attacchiamo sovente da destra mentre dall’altro versante Zaccagni non incide;

– Sintesi della frazione: zero a zero classico tra due squadre che hanno rischiato pochissimo. L’Udinese inserira’ uno o due attaccanti per provare a vincere? E noi
avremo problemi di tenuta?

Secondo tempo

– Sarri lungimirante: toglie Felipe – che rischiava l’espulsione – e inserisce Pedro;

– E’ un’altra Lazio: pugnace, determinata. Che toglie spazio e idee si rivali. Il Mago manda in porta Pedro, poi sprecano Ciro e Milinkovic;

– Vecino, con un tiro stile San Paolo, sfiora il vantaggio;

– Sale in cattedra il Mago e non ce ne e’ per nessuno. Assist, estri, inventiva. Non lo prendono. E non lo prenderanno mai per tutto il secondo tempo;

– Ed eccolo il vantaggio: ancora Luis Alberto per Ciro. Arriva Masina che lo stende. Rigore. Anche se qualcuno dalla tv non comprende;

– Udinese annichilita dalla nostra ripresa tutto cuore e ritmo;

– Testa di Romagnoli e palo pieno. Vantaggio legittimato da occasioni a raffica;

– Pedro sprinta. E il Sergente si mangia il raddoppio;

– Solo nel finale l’Udinese si desta. Ma corriamo un brivido lungo la schiena solo quando Nestorowski infila Provedel. Fortunatamente era in fuorigioco;

– Come nel derby Sarri ripudia – sia pure per pochi minuti il 4 – 3 – 3 – inserendo Basic al posto di Zaccagni;

– Finisce con qualche spiovente innocuo, la rabbia del diesse Marino per l’assegnazione del penalty e la gioia dei nostri tifosi. Champions, eccoci. Tre anni dopo l’ultima volta…






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