L’edizione odierna del quotidiano Il Messaggero sottolinea come il breve momento di tensione tra Luis Alberto e Maurizio Sarri, dopo la sostituzione a Monza, non incrina il nuovo corso del rapporto tra tecnico e giocatore, con lo spagnolo tornato un punto fermo nello scacchiere tattico della Lazio:




Patti chiari, amicizia lunga 10 giornate per la Champions. Non sarà un vaffa nervoso di Luis Alberto a rovinare tutto proprio adesso. Mercoledì breve vis-a-vis fra Sarri e il Mago, perdonato purché continui a dare il massimo. Maurizio fa buon viso e cattivo gioco sulle scenate di gelosia verso Milinkovic dello spagnolo, perché non vuole rinunciare ora a un valore aggiunto indiscusso, sostituito appena 5 volte (due a pochi minuti dal 90’) su 12 gare da titolare nel nuovo anno. Numeri alla mano, stavolta Luis Alberto può mugugnare poco, ma Milinkovic ha sì racimolato una panchina – perché indisposto – a Salerno, ma dopo Lecce è stato tirato fuori appena 2 volte e pochi istanti prima del triplice fischio. Il discorso è solo tattico: anche al Brianteo Sarri voleva gestire con più muscoli il risultato. Nel 2023 ha rilanciato il talento di Luis Alberto dedito alla Lazio, ha rinunciato a un po’ di equilibrio pur di premiarlo, ma i centimetri e i muscoli di Milinkovic servono di più nei finali d’incontro. Sarri però ormai ha imparato a conciliare di più le esigenze del campo e l’antagonismo fra i campioni dello spogliatoio. Ora è molto più psicologo per il bene della Lazio, come gli chiedeva Lotito.






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