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IL PROTAGONISTA | Feyenoord-Lazio 1-0: Luka Romero, il passo del gambero

di Giorgio BICOCCHI

Stavolta non ha acceso la nostra manovra come avvenuto una settimana fa nella gara interna contro i danesi. Perché i giovani – anzi, i giovanissimi visto che parliamo di un prospetto non ancora maggiorenne… – sono questi. Ti fanno sperare, immaginare che possano sfondare a breve ma poi possono pure compiere i passi del gambero, retrocedendo nelle considerazioni complessive. Eppure c’erano Laziali che, giovedì mattina, reclamavano l’utilizzo dal primo minuto di Luka Romero. Non è stato così ma l’argentino è subentrato – quando la gara di Rotterdam si era già tramutata in una corrida – ad una decina di minuti dalla fine. E Romero mai ha inciso, beccandosi pure un doppio giallo, denotando un nervosismo figlio della sua inesperienza.

I giovani possono essere lanciati, figuratevi. Ma vanno sorretti, aspettati, compresi. I loro errori di gioventù vanno tollerati. Ecco, da Romero si vorrebbe tutto e subito. Ma purtroppo non può essere così. Ci sono percorsi tecnici e comportamentali da seguire. Chiaro, il ragazzo va aspettato: innanzitutto va capito se resterà o meno a Formello e il dubbio non è certo di poco conto. Poi andrebbe anche inquadrato tatticamente: può avere un futuro da seconda punta, alla Pedro Neto, tanto per capirci? O può studiare da tornante ma più in un 4-4-2 che in un 4-3-3-? Come vedete le scriminanti abbondano. Ciò che resta è che, ad oggi, Romero può essere utilizzato ad intermittenza ma senza caricarlo di eccessive responsabilità (soprattutto se dovesse rinnovare e restare alla Lazio, siglando un contratto a lunga gittata…). Urlare, alle radio o nei bar, “mettiamo Romero, quello ci fa vincere da solo…”, come ascoltato prima della partenza per Rotterdam, è frase (non veritiera) che arreca solo danno al ragazzo. Che è inesperto, irruento ma spesso ingenuo.

Come dimostrato da quello scatto di nervi che gli è costato il “rosso”, a Rotterdam, e da quei minuti in campo in cui è sempre finito in un cunicolo, a testa bassa, addosso alla trincea olandese. Come un neppure diciottenne. Come, appunto, recita la sua anagrafe…

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