di Arianna MICHETTONI (foto © Antonio FRAIOLI)
Le pagelle biancazzurre del pareggio interno in Europa League della Lazio contro gli austriaci dello Sturm Graz.
Provedel 6 Forse il più annoiato tra gli spettatori non paganti, nel primo tempo la sua presenza ha il ruolo di vigile guardia della sua porta a cui, però, non arrivano tiri insidiosi. Va peggio purtroppo nel secondo tempo, quando una Lazio in 10 subisce l’agonismo austriaco; lui però mantiene una buona reattività ed è partecipe della manovra quando gli viene chiesto di costruire e impostare. Si distrae sul finale, pagando il prezzo più alto: la doppietta di Boving.
Lazzari 5 Sin da principio ha in sé uno strano nervosismo, non dovuto alle giocate – che gli riescono – né ai ritmi di gioco – che ben sostiene. Vittima delle provocazioni Kiteishvili e Stankovic, rimedia un’espulsione (dubbia) per doppia ammonizione. Poca lucidità e ancor peggiore gestione della stessa in momenti di stress: lascia la squadra in 10, causandole non pochi problemi. Doccia fredda per lui, per la Lazio e per i tifosi – sperando serva a placare i bollenti spiriti.
Gila 5.5 Acerbo ma vivace, corre tanto e a volte male, impavido sì ma rischiando di mancare la fase difensiva. Eppure: schierato (quasi a sorpresa) al fianco di Patric, prendendo il posto che è di Romagnoli, non commette errori tali da aggravarne il giudizio. Il difensore forse si farà, citando le parole di Sarri, e la prestazione di oggi ne è una prova.
Patric 6.5 Il titolarissimo di Sarri, non stupisce più la sua solidità difensiva. La retroguardia biancazzurra risponde oggi ai suoi ordini, dettati con ordinata disciplina. Fa bene quel che deve e non sbaglia quel che può: il pubblico esalta il suo difensore in campo più affidabile.
Hysaj 5.5 A volte presente a sé stesso, altre volte impegnato in complicate piroette che spostano il pallone in tondo, bloccando qualsiasi manovra – offensiva o difensiva che sia. Perde la marcatura su Boving, lasciandolo libero di realizzare la sua doppietta.
Luis Alberto 5.5 Non è la sua partita ed ha probabilmente svestito i panni della titolarità, per quel format da subentrante devastante che tanto gli si addice. Gli avversari lo chiudono, lui è tante parole e pochi fatti. Protesta e scuote il capo, non abbastanza però da attivare il neurone-reazione da cui far scaturire una giocata delle sue. Sostituito, è evidentemente scontento. (dal 58’ Felipe Anderson 6 il suo ingresso porta brio alla fase offensiva, penalizzata però dall’inferiorità numerica.)
Cataldi 5.5 Porta sulle spalle non il centrocampo, ma l’errore che ha causato il primo gol dello Sturm Graz. In una partita giocata prevalentemente a metà campo non brilla per tenuta e non spicca per creatività. Imposta poco. (dal 58’ Milinkovic Savic 6.5 Insostituibile. L’assenza di Milinkovic equivale all’assenza del gioco della Lazio, priva fino al suo ingresso di visione e stabilità.)
Basic 5.5 Che sia sfortunato è ormai chiaro a tutti, tra rimpalli casuali e pali che gli negano le gioie del gol. Lui ci mette tigna, impegno e un pizzico di isteria – la stessa che lo pervade per non riuscire a realizzare con i piedi l’idea di gioco che ha evidentemente in testa. Ha bisogno di sbloccarsi, ma l’occasione tarda ad arrivare – la partita contro lo Sturm Graz non è ancora quella giusta. (dal 58’ Vecino 6 Il suo ingresso cambia la tenuta del centrocampo, è evidente. La Lazio ritrova il suo equilibrio, tanto da quasi annullare l’inferiorità numerica.)
Zaccagni 6 Nei 45’ minuti di gioco fa il suo, però meno bene se paragonato al campionato – seguendo il trend biancazzurro. Buona l’intesa con Immobile ed alcuni spunti offensivi che non convertono, però, in azioni pericolose. Costretto alla panchina per permettere a Sarri di ridisegnare la Lazio, interrotto in fase crescente. (dal 46’ Marusic 6 Lui se la sarebbe volentieri risparmiata, ma l’espulsione di Lazzari lo ha chiamato nuovamente ad impegnarsi in una frazione di gioco che gestisce con l’arte appresa da terzino.)
Immobile 7 Uomo simbolo di questa squadra, in campo e nei numeri: supera – con il rigore trasformato – il fu Inzaghi nella classifica marcatori europea, aggiungendo una medaglia di merito al suo strepitoso percorso laziale. Spende tutto sé stesso in difesa dei compagni e della maglia (motivo della sua ammonizione) ed è pure sfortunato quando la palla carambola tra lui e Zaccagni e l’azione da gol si smorza. (dal 78’ Cancellieri 5 Forse manca di motivazione, forse è un problema di maturità, forse c’è, semplicemente, bisogno di tempo. Deve interiorizzare il gioco di Sarri, anche in un ruolo che non è il suo, e deve farlo senza trascinarsi in campo.)
Pedro 7.5 Traversa maledetta e gol bellissimo, con l’immancabile e sempre emozionante corsa sotto la Curva Nord. Il giocatore più carismatico, consapevole e d’esperienza della Lazio, che mette le sue qualità e doti al servizio della squadra.
All. Sarri 6.5 Non avrebbe potuto fare altrimenti. Il turnover ha per lui il peso di un razzo e, se potesse, lo lancerebbe via lontanissimo. Però lo manovra con intelligenza, dosando le forze e cercando di mantenere gli equilibri tattici tanto faticosamente conquistati. Ma l’Europa League resta competizione ostica e pure un pizzico sfortunata; lui l’ha chiamata sopravvivenza, ma il girone sembra più resistenza pura – nessuno, nemmeno la Lazio, vuol fare la prima mossa.