di Giorgio BICOCCHI
Inquieta un po’ il fatto che la Fiorentina – nelle due gare interne contro Juve e Napoli – non abbia incassato reti. Segno che la squadra viola, quando è sorretta da equilibrio e concentrazione, e’ in grado di disputare gare pulite, senza errori. Segna poco, la Fiorentina (solo 7 reti, 10 in meno di noi) ma subisce anche pochi gol (sempre 7, numero che evidentemente ricorre sulle sponde dell’Arno).
Che fare allora per schivare una classica gara-imboscata, per giunta collocata a 72 ore dalla sfida decisiva di Europa League contro lo Sturm? Per prima cosa non dare campo, di rimessa, ai viola, restando corti e stretti. Chiaro che una tattica del genere necessita di una condizione fisica ottimale da parte di molti nostri interpreti. Ovvio che una Lazio sfilacciata e con diverse smagliature qua e là rischierebbe di concedere spazio alle avanzate di Biraghi (occhio a non concedergli anche punizioni dal limite…), alle percussioni di Bonaventura, agli strappi di Kouame, decisivo a Edimburgo.
Sarebbe anche cosa opportuna offuscare la visuale ad Amrabat, uno che orchestra come ai tempi di Verona dopo una stagione (la scorsa) non proprio produttiva.
In difesa la Fiorentina qualche buco lo concede. Perché Igor non sempre e’ concentratissimo e perché Milenkovic soffre da sempre chi parte in velocità. Sarà una gara tosta, fisica e con uno stadio tradizionalmente ostile: tutte cose che sappiamo. Servirà soprattutto una Lazio di gamba e sostanza. Che sappia agire in velocità, mai abbandonata da ritmo e concentrazione. Ingredienti sempre difficili da trovare – per amor di verità – giocando ogni tre giorni, con il trolley sempre vicino alla porta di casa e magari qualche livido su ginocchia e caviglie…