di Giorgio BICOCCHI
Mario Gila Fuentes, il difensore spagnolo della Lazio con il cognome da scalatore colombiano, studia per diventare Angelo Gregucci. Già, ci piace credere che la sua evoluzione – tattica e tecnica – lo porti ad avvicinarsi al repertorio di Angelo Adamo, uno degli eroi del -9. E la storia di Gila – uno dei più produttivi nel viaggio di giovedì sera nella Stiria – assomiglia a quella di Gregucci, ingaggiato da Calleri e Regalia dall’Alessandria, giovanissimo “grigio” del vecchio Moccagatta.
A Roma, prima sotto Fascetti, poi Materazzi e Zoff, Gregucci si è gradualmente svezzato, arrivando a diventare un difensore difficile da arginare. Ecco, Gila pensiamo che possa avvicinarsi alla carriera di Angelo. Ha fisico, muscoli, tigna e tanta determinazione. Anche a Graz ha ingaggiato duelli rusticani con gli attaccanti austriaci, cancellando insomma la giornataccia vissuta in Danimarca quando, purtroppo, orientò con un paio di errori di posizionamento/omissioni le prime due reti al passivo.
L’altra sera, pero’, è stato davvero tra i migliori, sbagliando poco o nulla. Sull’uomo non molla, arrembando, aiutandosi col fisico e col mestiere. Un po’ come faceva Gregucci. Simili poi le due storie. Gila giocava nel Castilla, l’equivalente della nostra attuale Serie C. Mentre Gregucci era emigrato ad Alessandria dalla natia provincia tarantina. Angelo aveva la classica fame di chi voleva emergere, a tutti i costi. E anche il viso di Gila trasuda orgoglio e grinta da vendere.
Ovvio, ci saranno altre difficoltà da schivare. Con il ritorno in campo di Casale, ad esempio, potrebbe diminuire pure il suo minutaggio. Ma la sua è una scommessa chi si può vincere. Insomma, non è Bisevac, Stankevicius, Novaretti, Musacchio, alcuni degli ultimi nostri deludenti centrali di difesa: nel confronto non c’è proprio partita, un po’ per età, un po’ per bagaglio tecnico. Gila sta dimostrando che nel pacchetto arretrato della Lazio può starci e pure confezionare buone prestazioni. E poi, accanto ad un Totem del reparto come Romagnoli, e a un portiere solido come Provedel, diciamocelo, puoi crescere ed evolverti anche in modo palpabile…