Il direttore Italo Cucci è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia per fare il punto sul cammino della Lazio e degli ultimi risultati tra Serie A ed Europa:
“Leggevo giorni fa che qualcuno ha definito il Napoli squadra “all’antica”, che gioca con qualità di campioni e giocatori giusti al posto giusto. E la partita di ieri mi ha dato l’impressione di quando seguivo l’unica squadra italiana in Coppa dei Campioni, il calcio glorioso di un tempo. Ci tengo a dire che quando Aurelio De Laurentiis annunciò la rivoluzione liberandosi dei giocatori migliori fui perfettamente d’accordo con lui, provare a vincere con giocatori nuovi.”
“Si capiranno molte cose quando cominceremo il secondo campionato a gennaio. Credo che a Sarri piacerebbe togliersi qualche sassolino dalla scarpa con casa Juventus. Credo che a Roma sia arrivato nel momento migliore per mediare tra il calcio del classico “sarrismo” e le nuove caratteristiche della sua squadra.”
“Lotito è un presidente dal “multiforme ingegno”, ora si esibisce anche da senatore del Regno, come si diceva una volta. Credo che sia importante trovarsi tra persone intelligenti, l’incontro tra Sarri e Lotito ha permesso di portare avanti un progetto con buonsenso, in maniera lineare che è il modo migliore di portare avanti un’azienda, che è quello che poi è oggi una squadra di calcio.”
“Io coltivavo una splendida amicizia con Tommaso Maestrelli: era un mediatore straordinario ma non di affarsi, ma di sentimenti ed era riuscito a tirar fuori da quella squadra vulcanica un lavoro ordinato, preciso e con risultati sotto gli occhi di tutti. Milinkovic si sarebbe trovato bene con lui.”
“Ho conosciuto di persona Ciro Immobile, consegnandogli a Chieti il premio Prisco come giocatore migliore della Serie A. Avrei voluto dargli un consiglio, cercare di fare più il personaggio: il bello di Immobile però è che se ne frega di questo. Tutto questo gli costa in termini di popolarità, il calcio è una somma di fatti e di numeri e a uno che fa i gol come li fa lui cosa vuoi chiedere di più.”
“Di Romagnoli mi ha colpito la realizzazione del suo sogno, era un personaggio importante nel progetto del Milan e caro al pubblico rossonero. Col passare del tempo ha coronato il suo progetto di tornare a casa con una grande quadratura di personalità. Un giocatore che è stato scelto per la sua maturità, credo che ogni allenatore dovrebbe sempre avere un giocatore che sia il suo rappresentante in campo: credo che Romagnoli sia il personaggio giusto per trasportare in campo il pensiero del tecnico e trasmetterlo alla squadra.”