di Giorgio BICOCCHI
Ovvio sottolineare che se la Lazio dovesse (non) giocare allo “Zini” come ha fatto in Danimarca gli effetti sarebbero gli stessi. Perché la Cremonese e’ in netto credito con la fortuna in rapporto a quanto espresso nelle prime sei giornate di Campionato. A Roma ha preso due pali, a Bergamo ha giocato con autorevolezza, col Sassuolo poteva anche vincere.
Il problema è che domenica non avremo ancora Lazzari e Zaccagni, gli unici – ovvero – che, con i loro proverbiali strappi, da un versante e dall’altro, possano dare imprevedibilità al nostro tiki-taka spesso effimero (come tristemente verificato a Marassi e a Herning).
E allora? Allora, a parte sperare in una resurrezione di orgoglio e carattere, bisognerebbe entrare in campo e, per una volta, aspettare i rivali. Che dietro concedono molto, neppure possedendo al centro della difesa un mostro di velocità (Chiriches). Dovremmo provare a strappare palla ad Escalante – il primo play-maker grigiorosso – e poi ripartire con Felipe e/o Cancellieri. Ecco, un’altra chiave tattica, poi, sarebbe non dare campo a Okereke, uno che è bravo, a Felix o a Valeri, un cuore biancoceleste che domenica pomeriggio giocherà contro i sentimenti. Tre interpreti veloci nello stretto, bravi nel saltare l’uomo e nel concludere. Oppure a imbeccare Dessers, un altro che nei primi sei impegni e’ piaciuto per colpi e coraggio.
Non dimenticate poi che Alvini è un estimatore di Sarri, in grado quindi di scovare contromisure intelligenti. Giocheremo per la prima volta alle 15: la speranza è che in Lombardia l’afa non si faccia sentire. E poi non vinciamo allo “Zini” da quasi 40 anni… Insomma, la prima vittoria esterna stagionale potrebbe anche arrivare. Ma grazie ad una Lazio per una volta magari più furba. Che non si consegni agli avversari. Come maldestramente avvenuto nello Jutland…