di Giorgio BICOCCHI
Pensi al Verona e subito – come una scudisciata – riemergono i #settegolsette che i gialloblu’ ci rifilarono lo scorso anno, tra andata e ritorno. Vero, Simeone – che ce ne fece cinque – Barak, Caprari, Casale ed altri non ci sono ma Cioffi è tecnico arguto, in gradi ricostruire in fretta un nuovo progetto tecnico con buone fondamenta.
Ecco il Verona, domenica pomeriggio all’Olimpico: con i suoi 9 gol subiti è la penultima difesa del Campionato, vero, ma occorre considerare che più della metà (5) li ha incassati contro il Napoli-bulldozer di questa prima fase della stagione.
Da quel match inaugurale si è assestato, non perdendo le partite che mai avrebbe dovuto perdere (a Bologna ed Empoli, rivali dirette) e vincendo contro la Samp.
Quale sarà la tattica migliore per annacquare le velleità gialloblu’? Se dovessimo giocare come contro il Feyenoord, con la stessa velocità e pulizia nel gioco, pleonastico sottolinearlo, non avremmo problemi. Ma la terza, fatidica gara in una settimana – lo sapete – è sempre uno spauracchio per noi.
E allora, per non penare, dovremo subito alzare il ritmo, verticalizzando e guadagnando il fondo per le nostre incursioni. Il Verona ha cambiato tantissimo in difesa, il reparto che, ad oggi, suscita ancora qualche perplessità. Dovremo attaccarlo allora con sagacia e lucidità, senza farci ingolfare da Ilic, Miguel Veloso (il genero di Preziosi…) e Lazovic, quelli della “vecchia guardia”, i baluardi in mezzo al campo, cresciuti, anni fa, a pane e Juric.
L’attacco è composto da Henry e Lasagna (occhio a non lasciarlo calciare dalla distanza, lo scorso anno ci fece parecchio male) e i potenziali cambi in corsa non sembrano tali da cambiare inerzia ad una gara. Insomma, sarà la classica sfida che – se interpretata con cattiveria agonistica da subito – potrebbe regalare un’altra notte da Lazio. E poi, diciamocelo: dal 2018 non battiamo all’Olimpico il Verona. Sarebbe il caso davvero di non allungare il digiuno…