Su DAZN intervista speciale a Ciro Immobile: per “Compagni di Stanza” Marco Parolo ha intervistato l’ex compagno di squadra con il quale ha condiviso mille battaglie e successi con la maglia della Lazio. Ecco i punti salienti:




Quando ero più giovane segnavo soprattutto di istinto. Ancora adesso immagino il gol prima ancora di realizzarlo, nel senso che so dove va a finire la palla e so dove voglio metterla”. E’ accaduto anche nel match con il Bologna, alla prima giornata, solo che poi qualcosa è andato storto: “Nel primo tempo ho avuto un’occasione importante. Lanciato a rete ho pensato di fare il cucchiaio su Skorupski, anche perché sapevo che lui si sarebbe tuffato. Solo che all’ultimo momento la palla è rimbalzata male ed ho dovuto optare per il tiro secco, il portiere ci è arrivato”. Di solito, però, le cose vanno meglio: “Sì, però il chiodo fisso del gol ce l’avevo nei primi anni di carriera, ora il primo pensiero è quello di aiutare la squadra, fa parte di un percorso di crescita”. La specialità della casa restano i gol sul secondo palo: “Vedo che ora molti mi seguono. Anche Lukaku ha segnato così”.

Durante Lazio-Parma dell’autunno del 2019 ho avuto uno scontro con Simone Inzaghi. Il mister mi sostituì e io reagii male perché volevo giocare, ma ovviamente sbagliai. Lui ci rimase male, ma poi ci chiarimmo e dopo il gol al Genoa andai ad abbracciarlo per chiudere definitivamente la questione”. Un litigio che peraltro portò bene, perché al termine di quella stagione Immobile vinse la Scarpa d’oro ed eguagliò il record di gol in Serie A di Higuain. “Ricordo ancora la partita col Brescia alla penultima giornata. Dovevo segnare per forza per superare Lewandovski e vincere la Scarpa d’oro. Tutti mi passavano la palla, ma io non riuscivo ad inquadrare la porta per la tensione. Poi però mi sono sbloccato ed è andato tutto bene”.




Le critiche volte mi fanno pensare, altre volte mi faccio una risata, ma in alcune occasioni mi arrabbio pure. Poi però mi consolo con quello che mi dicono le persone che mi vogliono bene: quando smetterò di giocare tutti si renderanno conto di ciò che ho veramente fatto”. Dopo aver sottratto a Silvio Piola il record di reti nella Lazio, Immobile può togliergli anche questo primato assoluto (274 gol, lui è a 183). “Mi mancano 100 gol, anzi 90. Tanti. Però io dico che uno deve andare avanti per la sua strada senza porsi limiti, poi a fine stagione tracci una linea e continui”.

A Dortmund avrei avuto bisogno di un po’ più di tempo. Lì mi sentivo bene, mi sarebbe piaciuto restare ancora un po’. A Siviglia invece non mi sono preso con l’allenatore (Emery, ndr). Può capitare nell’arco di una carriera”. Immobile si diverte a fare pronostici su quanti gol faranno i suoi rivali. “Lukaku segnerà tra i 20 e i 25 gol, Lautaro tra i 13 e i 18. Vlahovic? Più di 20. I tre attaccanti milanisti (Giroud, Origi e Rebic, ndr) segneranno complessivamente 30-35 reti, quelli dell’Atalanta (Zapata e Muriel, ndr) 25-30 gol. Osimhen? Dico 19. Jovic non più di 15”. E… Immobile? “Per adesso sono a 1!






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