Arrivata la sentenza sul processo-bis della giustizia sportiva riguardante il caso tamponi Lazio. Due mesi di inibizione a Claudio Lotito, 5 mesi ai medici della Lazio, Rodia e Pulcini, e 50 mila euro di multa alla società. Questa la sentenza della Corte federale della Figc, nel processo per il caso dei protocolli Covid. In tarda mattinata la fine della discussione davanti alla Corte d’Appello presieduta da Marco Lipari.
“Abbiamo discusso per più di un’ora, siamo stati ascoltati, il presidente ci ha dato ampio spazio. La Procura ha chiesto 11 mesi per i medici e 10 mesi per Lotito oltre a una multa di 150 mila euro per la Lazio. Noi abbiamo chiesto l’assoluzione completa”, le parole dell’avvocato biancazzurro, Gentile, prima della sentenza. Pena comunque ridotta: Lotito era stato condannato a 12 mesi di inibizione dalla Corte d’appello federale allora presieduta da Mario Luigi Torsello.
“Una vittoria? É vicina, noi puntiamo alla totale cancellazione perchè non esiste nessun reato. Mi ritengo molto soddisfatto, partiamo da una causa pesante grave che non esiste. La mia mira è l’assoluzione completa perché so di aver fatto il mio dovere da medico. Non c’è stata nessuna disposizione della Asl che mi diceva di tenere Immobile fermo. Un medico non può essere delegittimato da un tampone, è una follia“. Ha commentato così, il medico Ivo Pulcini, a LaPresse. Poi ha continuato: “Il ricorso al Collegio di garanzia per me è necessario perché voglio l’assoluzione, ho fatto il mio dovere e voglio che venga riconosciuto. Io sono abituato a lottare fino alla fine. Ho sempre avuto il rispetto della Procura e dei ruoli. Voglio che venga legittimato il mio ruolo di medico. Da questa vicenda ne ricavo che c’è stata tanta confusione. Esiste il malato, ma non la malattia. Il protocollo o un tampone non può sostituire il medico“, ha concluso.
(fonte: corrieredellosport.it)