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L’avv. Gian Luca Mignogna è intervenuto su Radio Incontro Olympia in occasione della ricorrenza che domani vedrà la Lazio festeggiare i 100 anni dalla nomina ad Ente Morale.

Il legale biancazzurro ha iniziato il collegamento leggendo uno stralcio della cronaca del decisivo derby del 1914/15, vinto dalla Lazio con un perentorio 5-1 sul Roman, che ai biancazzurri spianò la strada per la conquista del titolo centro-meridionale:




L’undici che aveva perduto una prima battaglia, con la perdita del titolo di campione laziale, non volle perdere la seconda; ed oggi oramai si fregia del titolo di campione dell’Italia centrale. Domani concorrerà con buona probabilità di vittoria al titolo per tutta l’Italia peninsulare, e vincendo, noi abbiamo la certezza che oggi come oggi si ripresenta, la Lazio dimostrerà validamente il suo buon diritto all’onore di competere assieme alle più forti squadre dell’Alta Italia per il primato assoluto nel campionato“.

Questo stralcio tratto da L’Italia Sportiva del 10 maggio 1915 – prosegue l’avvocato – ricorda come la Lazio, vincendo il derby della penultima giornata, gettò le basi per conquistare la settimana successiva il titolo dell’Italia Centrale e dopo il declassamento della sfida tra Naples e Internazionale di Napoli anche il titolo centro-meridionale. Purtroppo quei ragazzi che avevano conquistato la finalissima nazionale furono “travasati” dai campi sportivi a quelli di battaglia. Onore, gloria e rispetto per loro, in attesa dell’assegnazione ex aequo dello Scudetto 1915. Il presidente Ballerini convertì i campi utilizzati dalla Lazio, compresa la Rondinella, in orti di guerra e questo il 2 giugno 1921 portò il sodalizio capitolino, unico club al mondo, ad essere eretto Ente Morale per Regio Decreto. Fu proprio per i meriti sociali, etici e patriottici della Lazio del 1915 che quest’anno possiamo celebrare il Centenario dell’Ente Morale: penso che soprattutto di questi tempi sia fondamentale ricordare le vere bandiere e a quel tempo la Lazio ne ebbe moltissime, che si sacrificarono completamente alla causa biancazzurra“.






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