di Fabio BELLI

Non la più brutta Lazio dell’era Inzaghi, che ha vissuto alcune serate-no molto particolari come quella di Salisburgo. Ma di sicuro quella più moscia, nella accezione strettamente etimologica del termine. La Sampdoria gioca sul velluto, al di là della assenze non piace l’attitudine di una squadra che adatta le esigenze al modulo e non viceversa: un errore da correggere, perché i miracoli non li fa nessuno, ma le mancanze di mercato pesano contro le altre big o in una Champions che a questo punto fa tremare i polsi, ma non con squadre che lavorano con un terzo del budget. Sennò è semplice, si invertono le maglie con gli avversari, si vince e si guadagna pure.

FORMAZIONI – Inzaghi è massacrato dalle assenze e prova a metterci una pezza, ma la decisione di non variare il modulo farà discutere. Soprattutto perché sia Marusic sia Fares partono dalla panchina, mentre Parolo deve fare l’esterno a destra. Nella Samp Ranieri non opera grosse variazioni, senza rischiare Keita che parte dalla panchina.

LA MACCHINA DEL CAPO HA UN BUCO SULLE FASCE – L’andazzo della partita si comprende rapidamente: il calcio in fondo è un gioco semplice, la Lazio gioca con Djavan Anderson e Parolo (il mediano più mediano che ci sia) sulle fasce e indovinate un po? Candreva e Augello sembrano Garrincha e Littbarski redivivi. A onor del vero la Lazio crea poco, lascia il possesso palla agli avversari ma rischia praticamente nulla. Purtroppo però nel finale di primo tempo gli episodi premiano i blucerchiato: cross di Augello, che a sinistra fa quello che vuole, per un Quagliarella tutto solo in area, stacco di testa e gol. Quindi, calcio d’angolo che trova proprio Augello pronto alla legnata dal limite. 2-0 e all’intervallo Inzaghi cambia gli esterni, con Fares e Marusic in campo. La Lazio migliora, Milinkovic-Savic di testa potrebbe accorciare poi ancora il serbo manca la porta su conclusione dalla distanza d’un soffio. Inzaghi si gioca anche la carta Muriqi ma un rinvio scellerato di Patric porta Damsgaard a piazzare sotto la traversa la botta del 3-0. E così finisce, anzi Strakosha deve pure esibirsi nel doppio miracolo su Damsgaard e Keita: il gol dell’ex sarebbe stato troppo, certo così a pensare al Borussia Dortmund viene un bel mal di testa.

IL TABELLINO

SERIE A

SAMPDORIA-LAZIO 3-0

Marcatori: 34′ Quagliarella (S), 41′ Augello (S), 74′ Damsgaard (S)

SAMPDORIA (4-4-2): Audero; Bereszynski, Tonelli, Yoshida, Augello; Candreva (79′ Keita), Jankto (67′ Damsgaard), Ekdal (57′ Silva), Thorsby; Ramirez (57′ Verre), Quagliarella (79′ Léris). A disp.: Letica, Ravaglia, Ferrari, Regini, Colley, Askildsen, La Gumina. All.: Claudio Ranieri.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Patric, Acerbi, Hoedt (59′ Vavro); Parolo (46′ Marusic), Milinkovic, Leiva (75′ Cataldi), Luis Alberto, Anderson (46′ Fares); Correa, Caicedo (59′ Muriqi). A disp.: Reina, Alia, Armini, Novella, Czyz, Akpa Akpro, Moro. All.: Simone Inzaghi

Arbitro: Daniele Orsato (sez. di Schio)

Assistenti: Meli – Bresmes

Quarto uomo: Giua. V.A.R.: Massa. A.V.A.R.: Alassio

NOTE. Ammoniti: 12′ Parolo (L), 43′ Ramirez (S), 44′ Caicedo (L), 64′ Thorsby (S). Recupero: 0′ pt, 3′ st

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