Gabriele Paparelli è intervenuto sui 105.8 F.M. di Radio Incontro Olympia, nel programma di Paolo Signorelli e Luigi Salomone. Ecco le sue parole:
“Cosa ho pensato quando ho letto gli striscioni dei romanisti che chiedevano rispetto per le persone che sono venute a mancare? Ci poteva anche stare, sapete che non mi piace fare polemiche, ma il rispetto va portato sempre, a prescindere. Viviamo in una città in cui siamo tutti gomito a gomito: penso a mio fratello laziale o ad alcuni dei miei amici”.
“Io ieri ho ricordato De Falchi, per la tragica scomparsa. Non mi spiego mai perché, pur vivendo nella stessa città, siamo così diversi. Il coro su mio padre ha dell’assurdo: impossibile poi che venga cantato tra persone 50enni. Sono cose disgustose. Se ieri i laziali avessero insultato De Falchi, sarebbe stato un ulteriore trauma per i parenti”
“Quest’anno la Lazio ci ha invitati spesso allo stadio: la squadra andava bene, era carichissima, eravamo secondi ed avevamo alzato un trofeo. Mi dispiace per quanto accaduto, ma spero di tornare presto all’Olimpico, è sempre un’emozione. La bandiera per papà? È un sogno per me! Mia figlia la prima volta che l’ha vista mi ha chiesto come mai ci fosse suo nonno su una bandiera: ora lei ha la foto stampata in cameretta, è una sicurezza per lei”.
“Quando dentro allo stadio, il mio sguardo va sempre lì, al luogo della tragedia e non mi capacito ancora di come possano verificarsi questi gesti sconsiderati, soprattutto in un clima così emozionante, come quello delle gare. Una gioia rovinata da chi non ha il volere dello sport”.
“Ci tengo a ricordare la società che ha avuto accortezze per la mia famiglia, che a noi non possono che fare piacere. Il docufilm? È stato bellissimo, anche il racconto che ha emozionato tutti, pure chi ci stava lavorando. Il tifo della Lazio e la Curva sono pazzeschi, a 360’ si adoperano sempre nel sociale”.
“Le scritte su papà ancora ci sono, ogni mese ho a che fare con qualcosa, ma adesso tramite i social riusciamo a scovarle subito e quindi a cancellarle: io giro sempre con la mia bomboletta, so che non è bello ma preferisco rischiare una multa che vedere quelle scritte infami”.
“La Lazio attuale? Non me l’aspettavo così bella e continua, ma ovviamente ci speravo. La squadra c’era e la mia certezza è Inzaghi, che ha la lazialità dentro. Il mister è l’arma in più. Io ho un debole per Luis Alberto, mia figlia adora Caicedo e ama Bastos. Dove arriveremo arriveremo, il prossimo anno riprenderemo da dove abbiamo lasciato”.