Matteo Marani, Vicedirettore di Sky Sport, a margine dell’evento ‘Omaggio a Paparelli’ è intervenuto quest’oggi ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky:
“La mattinata è stata molto toccante. Ogni volta che sento parlare Gabriele Paparelli mi si riaccende un’emozione molto forte, un sentimento molto forte che ho vissuto anche nel corso di alcune registrazioni effettuate a casa sua. Ci ha raccontato la serata della tragedia, il suo ritorno a casa dopo quel pomeriggio passato allo stadio, l’incontro con sua madre e l’apprendere la notizia della morte del padre.
Si tratta della cosa più tragica che possa capitare ad un bambino di otto anni, come era all’epoca Gabriele. Porto con me questa storia da quando avevo nove anni: stavo ascoltando la radio quando appresi la notizia della morte di un tifoso a Roma. Ero nella periferia di Bologna e quella vicenda mi lasciò amareggiato ed è stato un trauma per tutti quei ragazzi che erano cresciuti con pane e calcio. Paparelli è un nome che non ha bisogno di spiegazioni, ma è necessario raccontarlo a tutti coloro che non hanno vissuto la nostra stessa epoca.
Spero di aver raccontato la sua semplicità, quella di un uomo qualunque che ha perso la vita per l’unica colpa che aveva, ovvero tifare una squadra di calcio, la Lazio. È stato oltraggiato per troppi anni e nel mio racconto ho voluto esporre questa storia come la storia di tutti. Quello che hanno fatto i tifosi della Lazio per far ricordare Paparelli è qualcosa di eccezionale: da soli, sono stati custodi della sua memoria. Tutti i tifosi di calcio devono custodire questo ricordo: bisogna ricordare cosa abbiamo nel nostro passato e si tratta di una pagina che non si può cancellare.
Quando andai a casa di Gabriele Paparelli, il tassista che mi stava portando a destinazione intuì da una telefonata con chi stavo parlando. Mi chiese di incontrare Paparelli rivelandomi la sua passione per la Lazio che lo aveva portato per cinquant’anni a frequentare l’Olimpico. Quella di Paparelli è una vicenda che abbraccia tutti i laziali, questo è il potenziale che ha il calcio”.
(fonte: sslazio.it)