di Alessandro DE CAROLIS
Ecco le pagelle di Spal-Lazio, match valido per la terza giornata giornata di Serie A. Disfatta totale dei biancazzurri dopo un secondo tempo da film horror. Si salvano in pochi, grande assente: la mentalità vincente!
Strakosha 5: incolpevole su entrambi i gol. Fa quel che può mettendo delle pezze soprattutto nella ripresa. Migliorato nelle uscite alte, dà più sicurezza. Oggi non ha nessuna colpa a differenza dei suoi compagni.
Patric 5: Non si capisce perché con Bastos e Vavro debba giocare proprio lui che centrale non è. I suoi limiti e le sue difficoltà sono sempre più evidenti. Prende un giallo sciocco ed evitabile. Mistero come possa giocare ancora in una difesa a tre, anche se la Lazio perde quando lui non era più in campo (dal 48’ st Vavro 5.5: difficile giudicarlo in un secondo tempo così horror della squadra. Di certo molto meglio di Patric).
Acerbi 6: sempre uno dei migliori e anche oggi è tra i pochi che si salvano. Deve fare gli straordinari soprattutto dalla parte di Patric dove ovviamente gli attacchi della Spal erano più frequenti. Nel finale tenta addirittura la sortita offensiva proponendosi come attaccante.
Radu 6: partita discreta nei 90’. Prende un giallo abbattendo Di Francesco in ripartenza. Qualche sbavatura ma anche buoni interventi, come quello su Cionek pronto nel tirare in porta da posizione laterale.
Lazzari 6: torna nel suo stadio e forse l’emozione lo condiziona. Non è il solito Frecciarossa, anche se corre comunque il doppio rispetto ai suoi compagni. Sono mancati anche i suoi cross o i suoi filtranti: oggi era meno preciso del solito, ma anche quando spingeva in pochissimi lo accompagnavano.
Leiva 6: lui e Acerbi prendono la sufficienza perché sono i veri gladiatori di questa Lazio. Monumentale a centrocampo, l’unico a prendere per mano la squadra nel suo reparto. Fa a sportellate con tutto il centrocampo avversario. Giocatore troppo prezioso. Giocatore da clonare (dal 68’ st Milinkovic 5: entra ma è come se non ci fosse. Tocca pochi palloni e non fa la differenza).
Parolo 5.5: buon primo tempo, male nella ripresa. Propositivo e stacanovista nei primi 45’, lento e compassato nel secondo tempo. Senza lui infatti il centrocampo è crollato e guarda caso la ripresa è stata quasi nulla per i biancazzurri. Si capisce in questi casi quanto sia importante uno come lui se è in condizione.
Luis Alberto 5: si è rivisto lo spagnolo spento e deludente della passata stagione. Non incide, non si vede quasi mai e quando ha palla la perde o serve male i compagni. Dopo due ottime partite si è spento all’improvviso, in maniera davvero preoccupante. L’unico acuto della partita è stata la punizione al 82’ con palla di poco fuori. Serve come il pane tutto il suo talento se si vuole puntare alla Champions.
Lulic 5: bene nel primo tempo, male nella ripresa. Senza ossigeno e senza idea consegna la corsia sinistra alla Spal. Doveva essere uno dei cambi marcia insieme a Luis Alberto. Non si spiega perché sia rimasto in campo fino alla fine viste le sue palesi difficoltà fisiche.
Caicedo 6: prende la sufficienza con una prova convincente. Il palo all’8’ gli nega la gioia di un bel gol da fuori area. Si muove bene per tutta la partita facendo delle preziose sponde. Anche in fase difensiva aiuta molto la squadra nel farla risalire. Giocatore prezioso e duttile (dal 68’ st Correa 5: gli impegni con l’Argentina hanno prosciugato tutte le sue energie. Giocatore irriconoscibile).
Immobile 6: segna il gol dell’illusorio vantaggio spiazzando Berisha su calcio di rigore. Ma è praticamente l’unico acuto della sua partita, salvo un pericoloso uno contro uno con Berisha nel finale di primo tempo. Anche lui delude le aspettative, ma i suoi non lo aiutano affatto.
All. Inzaghi 5: Non si spiega come si possa passare dalla partita perfetta del derby a questo suicidio in neanche due settimane. Squadre molle sulle gambe, crollata fisicamente nel secondo tempo senza aver fatto un tiro nello specchio della porta. Cambi arrivati troppo in ritardo e comunque non all’altezza visto quanto poco hanno portato. Un passo indietro, anzi due. Giocando così non si può parlare di Champions, occorre un cambio di mentalità.