“Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”. L’iniziativa promossa dalla Lazio è tornata tra i banchi di scuola. Quest’oggi Ciro Immobile, Milan Badelj e Valon Berisha hanno fatto visita all’Istituto San Giovanni Evangelista di Roma. Con gli studenti, i calciatori hanno affrontato svariati temi, focalizzando la discussione sulla promozione della formazione della cultura sportiva, sulla diffusione dei principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni.
Le dichiarazioni di Ciro Immobile:
“Episodi di bullismo si verificano spesso, nella mia scuola cercavamo sempre di aiutare chi era vittima di accadimenti simili. Di razzismo se ne sta parlando spesso soprattutto dopo quanto è capitato a Milano con Koulibaly. Questo è un tema a noi molto caro: come Società e squadra condanniamo ogni forma di discriminazione.”
“In Italia siamo un po’ indietro per quanto concerne l’organizzazione dei settori giovanili, occorre offrire qualcosa in più ai piccoli calciatori, sia a livello di strutture che di preparazione dei tecnici. Nei vivaio l’obiettivo non è vincere ma, come nella scuola, creare un uomo e, solo successivamente, un campione. Si è persa la sola e semplice voglia di voler far sorridere i bambini.”
“Nel calcio serve sempre continuità, dopo il primo anno a Torino ho iniziato a credere veramente di poter diventare un vero calciatore. Se non avessi più segnato, qualche altro bomber avrebbe potuto prendere il mio posto, ogni giorno ti devi guadagnare una collocazione in campo.”
“Io contro le mie ex squadre a volte ho esultato ed altre no: a Genova sono stato fischiato per 90 minuti, ho segnato e ho manifestato la mia gioia, a Torino è accaduta la stessa cosa ma al momento del gol mi sono contenuto; dipende dalle emozioni che si vivono in campo.”
“Ero concentrato solo sul calcio, non mi facevo fuorviare da nulla, ho compiuto dei sacrifici perché volevo raggiungere il mio obiettivo.”
“A volte sono capitati degli screzi, nel calcio capita poi però tutto finisce lì: il nostro è uno spogliatoio unito che non ha né bandiere né colori ma solo un’unica bandiera.”
“Mediante l’utilizzo del VAR si possono individuare meglio episodi di simulazione, c’era capitato nel derby dell’aprile 2017 ma fortunatamente non ha poi inciso sulla vittoria finale.”
“Prima di venire qua, due tifosi della Roma mi hanno chiesto un autografo. In questa città ci sono due squadre, la nostra tifoseria è molto calda ed anche io devo dare qualcosa a loro. Capita, come a ciascuno di noi, di svegliarsi un po’ arrabbiato ma in quei casi mi devo gestire!”.
Al termine dell’evento ‘La Lazio nelle scuole’, Ciro Immobile ha risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti: “Nelle partite bisogna avere personalità, e contro squadre importanti occorre fare qualcosa di più. Non ci siamo fissati su questa mancanza di risultati. Dobbiamo avere continuità e dare una svolta a questo girone di andata che è stato buono ma sappiamo che sul campo non ci stiamo esprimendo sugli stesi livelli della passata stagione: lo sa il mister e lo sa anche la squadra. Avremo tanta gente domenica sera all’Olimpico che ci vedrà a vedere e questo deve spronarci per dare qualcosa in più. Ci saranno delle assenze, così come per le fila della Juventus, sarà una partita bella da giocare. Lo scorso anno siamo riusciti a battere due volte i bianconeri, li avevamo incontrati in un periodo di forma non eccezionale ed eravamo anche stati aiutati un pizzico dalla fortuna. Ci sono tante squadre che stanno facendo bene e stanno lottando per il quarto posto. Bisogna avere continuità in un campionato così difficile. Servirà fare qualcosa in più”.
Le dichiarazioni di Valon Berisha:
“Il sacrificio in campo è importante, a prescindere dai diktat dell’allenatore. Io voglio sempre vincere, per il mister, per i compagni ed anche per i tifosi. Ho sempre sognato di diventare un calciatore e, quando avevo 13-14 anni, ho capito che avrei voluto svolgere questa professione nella mia vita ed ho iniziato a lavorare duramente ed a fare sacrifici per diventare un professionista.”
“Per me l’importante è vincere, se dovessi segnare ad una mia ex squadra esulterei comunque. Ho lasciato la mia famiglia in Norvegia da piccolo: per il sogno di diventare calciatore ho fatto tanti sacrifici, ma i miei familiari mi supportano per questo ed io porto avanti questo lavoro per tutti loro. La famiglia sa che ho faticato molto e per questo mi supporta”.
Le dichiarazioni di Valon Berisha:
“Il giocatore più forte con cui abbia giocato? Rispondere è facile: Ciro Immobile! Prima di ogni partita siamo sempre concentrati solo sulla sfida, tra compagni è difficile che parliamo di altri argomenti.
“Noi ci conosciamo bene, ci alleniamo un paio d’ore al giorno sette giorni su sette, sappiamo in che modo aiutare il compagno: c’è chi va coccolato ed incoraggiato, c’è chi invece da bisogno di un confronto più duro, una ‘bastonata’ che poi lo possa aiutare ad uscire dal momento negativo. L’importante è che ci sia sempre qualcuno disposto ad aiutare il compagno perché un momento negativo si verifica nella carriera di ognuno di noi ma fortunatamente nel nostro spogliatoio questo non manca.”
“Mentre si è in campo ed il cuore batte forte, è difficile controllare le emozioni, ancor di più quando non si è d’accordo con la decisione presa dall’arbitro. Allo stesso tempo, anche i direttori di gara sono uomini e possono sbagliare, bisogna sempre ricordare che i fischietti possono commettere degli errori, ma sempre in buona fede.”
“Tutti noi, da quando siamo piccoli, facciamo le cose che ci più piacciono mossi semplicemente dalla passione e dell’amore, poi crescendo si imparano tante cose: il calcio è uno sport che da tanto anche fuori dal campo di allenamento e aiuta a creare una persona. Quando cresce la consapevolezza in te stesso, capisci che questo può diventare il tuo futuro. Tale discorso vale nel calcio ma può essere applicato anche nel basket o in altre discipline sportive.”
“Se dovessi segnare contro le mie ex squadre non esulterei perché mi sono lasciato bene con ogni ambiente in cui sono stato ma capisco chi invece non riesce a contenere la gioia per una marcatura realizzata.”
“Non rimpiango nulla dei sacrifici che ho compiuto, il calcio mi ha dato tanto e non c’è paragone con ciò che potrei aver perso. Lo sputo è un atto molto irrispettoso ed inspiegabile. Non sono un calciatore che viene fermato spesso dai tifosi ma tastare con mano il calore sella gente fa sempre piacere”.
(fonte: sslazio.it)