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TEMPI BELLI | Tutti Fenomeni (Se non sei uno dei Rolling Stones non puoi parlare dei Beatles)

foto © Roberto PROIETTO

di Fabio BELLI (foto © Roberto PROIETTO)

Dimmi se ti piaccio che non riesco a capirlo“: Tutti Fenomeni in questa Lazio, verrebbe da dire. Che va difesa da attacchi pre-testuali, testuali, pretestuosi, e verbali: una sorta di metaracconto di qualcosa che non esiste. Adesivi, volantini, Luis Alberto, ogni scusa è buona per sparare a zero: ma tu cara Lazio, quando proteggi noi? Un derby così proprio no, in molto hanno detto senza cuore, qualcuno direbbe senza cervello, sarebbe più corretto: come avrebbe giocato Di Francesco l’aveva capito anche l’ultimo dei Pellegrini, che quando è entrato ha messo in pratica il più DiFrancescano dei principi: “Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”: ovvero, vincere un derby di fronte a Tutti Fenomeni, che poi Fenomeni non sono Tutti: e allora qualcuno la colpa se la dovrà pur prendere.




Per quanto ti amo cancello Tinder“: in 10.000 avranno pensato così, al sabato sera e al weekend ci pensiamo dopo, adesso solo la Lazio. Pochi ma buonissimi, ma non abbastanza perché, signori, è pur sempre un derby. Credi in te stesso e otterrai ciò che vuoi, ma cosa avranno pensato i giocatori a vedere quel distinto vuoto? Se non ci credono loro, allora io? Per questo la punizione di Kolarov ha trovato tutti trasparenti, come nel distinto qualcuno si è trasformato in ologramma, se tu non ci metti le palle sugli spalti, io non ci metto la gamba in campo. Tutti fenomeni? No, tutti contenti.




Se non sei uno dei Rolling Stones non puoi parlare dei Beatles“: d’altronde è una grande verità. Si parla di Champions e grandi obiettivi, ma questi giovani Mozart quante sonate hanno preso tra Salisburgo, Inter e Derby per costringerci ad assumere un po’ di fiori di Bach? Il cerchio alla testa rimane: i rinnovi contrattuali sono importanti, arriveranno a far guadagnare cifre che, lasciatecelo dire, forse sono abbastanza per chi quel salto di qualità vorrebbe farlo in un’altra squadra ma intanto su questo campo non l’ha dimostrato: vogliono essere Beatles, ma hanno fatto la figura dei soliti Stones.




“Vorrei tornare al 2004/2005”: e allora cosa facciamo, ci diamo anche stavolta alla nostalgia? Meno Sergenti più Filippini, verrebbe da dire ricordando un famoso derby: la stracittadina non sarà mai Commandos contro Jap, è una partita che si gioca di pancia, di cuore e di testa, con Behrami che in un glorioso giorno del 2008 citò solo le ultime due perché faceva più fico. Roba da magliette, quando invece resti in mutande la prima cosa da rimediare sono braghe comode e scarpe nuove: il cammino di Francoforte è già iniziato, quello di Santiago, più lungo, porta al prossimo derby: non serviranno Tutti Fenomeni, basteranno tutti uomini.






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