di Fabio BELLI

Ma insomma, siamo davvero arrivati di fronte al primo periodo stressante della stagione? Il calo delle temperature sembra arrivare appositamente a braccetto col passaggio di consegne dalla mancanza di pressione estiva al momento in cui arrivano le partite (eh già, c’è anche QUELLA partita) che possono già indirizzare il senso di una stagione.




Eravamo tutti lì, in giro per località amene, a immaginare una temperatura più fresca e una Lazio di nuovo in campo ma poi, si sa, il troppo è nemico del bene. E così dopo la domenica bestiale, con gli squilli da Bologna che si sovrappongono a quelli dell’Olimpico, dove persino Caicedo sembra Immobile e dove Immobile sembra due Immobile, praticamente un sopra-Immobile (ahahah, l’ho detto davvero) e infatti ne fa due, non è giusto ritrovarsi in campo dopo manco 72 ore. E’ il calcio moderno baby, ma verrebbe da dire: oh, mondo cane, tu fatti gli affari tuoi! Lasciatemi alle 5 del pomeriggio di domenica, proprio quelle 5 del pomeriggio in cui fino a qualche anno fa le partite finivano sempre, ed era un bivio tra l’euforia della vittoria e il nodo alla gola delle occasioni mancate.




Mostrami il campo di Kiwi dove mi vuoi seppellire: io da lì non me ne voglio andare. Nick Hornby diceva che la vita non è mai una vittoria per 2-0 in casa contro la prima in classifica con la pancia piena di patatine. Da questa parte, la vita si sa, non è mai una vittoria in casa mentre dall’altra parte qualcuno perde in trasferta e tu ridici su, con l’H e l’A, come si fa fragorosamente quando accade qualcosa che ti dà gusto ma sai che non potrebbe durare abbastanza.




E infatti ora si rigioca, subito: metti le scarpe più brutte, che ti porto a ballare. Alla Dacia Arena, per confermare, confermarsi e guardare verso sabato con quella voglia di non pensarci che in fondo, fa il coraggio dell’incoscienza. Coraggio che alla Banda Inzaghi non manca e non è mai mancato, anche troppo ne ha avuto in certe circostanze in cui persino un pizzico di prudenza in più sarebbe stato utile: per quel che mi riguarda, ma anche per molti altri mi sa, lasciatemi lì, con un Patric furioso in mezzo all’area e la Lazio bella come è stata negli ultimi due anni, senza paura di gol presi all’ultimo minuto, dubbi sulla preparazione atletica, sul gioco. Lasciami ancora 5 minuti lì, mondo cane: tu fatti gli affari tuoi!






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