Il giornalista Alessandro Vocalelli è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Sono da una parte incuriosito dall’altra un po’ preoccupato dalle dinamiche di mercato della Lazio, che è una squadra che quest’anno ha dimostrato di aver avuto una quadratura tecnico-tattica importante e che ha già perso un elemento come De Vrij. Anche la perdita di Milinkovic-Savic sarebbe pesante perché parliamo di uno dei giocatori al momento più forti al mondo, e quindi bisognerebbe ricominciare un po’ da capo. Dall’altra parte c’è grande fiducia in Igli Tare che ha sempre fatto dei colpi notevoli con risorse limitate.

Senza arrivare a valutazioni eccessive che ho sentito attorno a Milinkovic, un’offerta da 100 milioni cash può arrivare alla Lazio. Non sono i 180 che si aspetta Lotito, ma anche questa cifra renderebbe difficile la permanenza del giocatore alla Lazio, perché anche l’ingaggio sarebbe proporzionale all’offerta ricevuta, nel mondo del calcio l’ingaggio di un giocatore si assesta ormai tra l’8% e il 10% del cartellino.




Sulla questione Stadio della Roma la sensazione è che siamo solo all’inizio di questa vicenda. La sensazione dal punto di vista del cittadino è scoraggiante, c’è la sensazione di non poter mai arrivare alla regolare realizzazione di determinare opere. Ci sono diversi omissis nelle carte e l’impressione è che a nuovi interrogatori si possano aggiungere altri particolari sulla vicenda. Io sono molto perplesso dalle parole di Pallotta: “Se lo stadio non si fa me ne vado a Boston” un tifoso dovrebbe rabbrividire e arrabbiarsi. Una dimostrazione eccessiva di avere un occhio esclusivo per il business, che pure è fondamentale, senza però considerare l’aspetto sportivo che è quello che muove la gente. Sono stupito su quanto sia forte la comunicazione della Roma nel far passare un messaggio di rilancio di questo progetto quando i tifosi meriterebbero di più, senza dimenticare che da dieci anni in club giallorosso non conquista trofei. Chi fa passare questo messaggio viene però additato come nemico della Roma. Di fronte a questi insuccessi mi sembra grave dire con stizza che se non si fa lo stadio si va via, lo avessero fatto altri presidenti sarebbe successo il finimondo.






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