L’ex arbitro Tiziano Pieri è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky, mettendo in evidenza come i fatti di Lazio-Torino saranno destinati a fare giurisprudenza. Ecco le sue riflessioni:
“Tra tutti i paesi che hanno iniziato la sperimentazione del VAR, in Italia, a livello tecnologico, i casi con problemi sono stati minimi. Complimenti a Rosetti, responsabile del progetto del VAR in Italia, perché ha fornito un valido strumento ai direttori di gara. Quindi, spetta ora al responsabile e designatore della CAN A, Rizzoli, gestirlo al meglio e, sotto l’aspetto tecnico, migliorare la gestione del VAR che ha creato pochi casi clamorosi, che si contano sulla punta delle dita ma che sono molto gravi. Non ultimo, quello a Genova di domenica scorsa in Sampdoria-Sassuolo con il giocatore blucerchiato Torreira che para il pallone a due mani. L’arbitro sbaglia, ma il VAR non deve: non c’è una spiegazione logica perché non intervenga chi è davanti ad un monitor a supporto del direttore di gara.
La Goal Line Technology è un mezzo tecnologico che certifica oggettivamente se il pallone ha varcato o meno la linea di porta; al contrario, il VAR è uno strumento soggetto all’interpretazione dell’arbitro, che valuta in base al protocollo. È questa la difficoltà: quando si fa riferimento ad “un chiaro ed evidente errore” sul quale intervenire, la valutazione può essere soggettiva. Andrebbe quindi modificato il protocollo, magari passando ad “un possibile rigore”, che è un concetto più semplice da individuare.
Fa bene Rosetti ad informare i Club e la stampa per essere il più chiaro possibile su ciò che si può fare o meno. Scusarsi non occorre, tutti sbagliano, ma l’AIA dovrebbe uscire allo scoperto ed ammettere gli errori e provando a portarli al minimo. L’Associazione dovrebbe dire cosa non è andato in Lazio-Torino: perché lo strumento di supporto non ha funzionato? Siamo in fase sperimentale, ci sta che si verifichi un errore perché anche gli arbitri davanti allo schermo hanno poco tempo per rivalutare il tutto e devono imparare a decidere e gestire la situazione in un momento. Non occorre un direttore di gara per sottolineare come il tocco di mano di Iago Falque sia un fallo da rigore chiaro ed evidente.
Il comunicato del Giudice Sportivo circa la squalifica di Immobile utilizza un giro di parole quando invece occorre avere il coraggio di prendere le decisioni. L’arbitro deve decidere nel bene o nel male; se si sbaglia, l’episodio va messo alle spalle. Se si è verificato un errore ed il Giudice Sportivo ritiene che questo sia stato commesso, non si può coniare la nuova terminologia ‘gravemente antisportiva’ nel mezzo. Se non c’è stata violenza, allora Immobile non andava squalificato. Così, di fatto, il Giudice Sportivo ammette che c’è stato un errore tecnico. Cambiare completamente il giudizio del fischietto, avrebbe portato la Lazio a presentare ricorso e richiedere la ripetizione della gara contro i granata per errore tecnico. Il caso Immobile farà giurisprudenza: in situazioni di scarsa definizione, si userà questa nuova terminologia che però è poco trasparente. Su questo ci sarà da riflettere.
Immobile ha sbagliato: non lo giustifico, ha delle attenuanti, stava rientrando ma è rimasto nella sua direzione. Burdisso si è girato, lo ha aspettato e ha chinato la testa cercando il contatto. Se Giacomelli ed il VAR Di Bello avessero concesso il calcio rigore, si poteva anche accettare il rosso al numero 17 biancoceleste e magari un giallo al difensore argentino: il granata, infatti, non ha simulato né ha ingigantito il colpo. La scelta corretta sarebbe stata decretare il rigore alla Lazio, quindi un provvedimento tecnico, e successivamente ammonire entrambi, quindi un provvedimento disciplinare. Se quest’ultimo, infatti, non è associato al provvedimento tecnico, rimane: se avesse concesso il tiro dagli undici metri, non avrebbe tolto il rosso ad Immobile. Anche se a gioco fermo, il provvedimento disciplinare va preso.
Gli arbitri, in campo, sono soli contro tutti: possono avvenire episodi, quali un colpo di tosse o un giocatore che ti passa davanti che fa perdere il fotogramma esatto di un episodio. In questi casi l’arbitro si baserà sul proprio intuito o la sua esperienza. Ciò nonostante, il VAR va messo a posto. La fase sperimentale nell’insieme è positiva ma ad alcune società, come Lazio e Juventus, non è andata benissimo”.
(Fonte: sslazio.it)