Il Direttore della Comunicazione della Lazio, Stefano De Martino, ieri pomeriggio é intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky. Ecco la sua dettagliata analisi circa gli accadimenti esterni che negli ultimi tempi stanno sistematicamente affliggendo la società capitolina:

“Questo è un pomeriggio difficile, un pomeriggio amaro ed una giornata amara nonostante questa mattina il mister Simone Inzaghi abbia ritirato il Premio Andrea Fortunato presso la Sala del CONI: un riconoscimento importante poiché racconta la storia di un uomo importante e di una vicenda dolorosa che ha aperto il fronte a diverse iniziative: ringraziamo l’organizzazione per il premio di ‘migliore allenatore’ conferito al nostro tecnico che, in compagnia del fratello Pippo, il quale non ha voluto mancar visita al fratello essendo i due molto legati. Lo stesso riconoscimento non è stato ritirato da Immobile poiché quest’ultimo è sceso in campo questa mattina con i compagni per svolgere l’allenamento. In questa mattinata ci siamo distratti, dopo le vicende di ieri, con questa bella iniziativa.

È inutile aggiungere qualcosa a ciò che ha già comunicato la Società nella serata di ieri a seguito di quel che è accaduto ieri sera: tutti noi siamo provati da ciò che abbiamo visto. Anche la nostra gente è impressionata, ho letto i messaggi arrivati privatamente ed in radio; c’è un’Italia biancoceleste amareggiata per ciò che è accaduto nelle ultime settimane. Questo è ciò che fa più male, ovvero la continuità di certi avvenimenti che ieri ha fatto tracimare tutti noi. Avevamo già discusso riguardo quanto avvenuto nel derby, nel quale cerchiamo ancora oggi il contatto tra Bastos e Kolarov, quanto registrato con la Fiorentina, gara nella quale Caicedo anticipa il difensore viola e, nonostante ciò, viene sanzionato con un rigore fischiato senza gli estremi necessari. A conclusione di ciò, è arrivata la partita di ieri. La Società si è fatta sentire con il Direttore Sportivo Igli Tare, il quale ha espresso parole molto chiare, non c’è bisogno di tornarci sopra. Anche il nostro portavoce Arturo Diaconale ha sommato i vari episodi che ci hanno visti protagonisti nell’arco della stagione e che noi stiamo analizzando e raccogliendo: non voglio aggiungere nulla. Da tifoso sono amareggiato, deluso ed arrabbiato ed anche da dirigente di questa Società, che ha sempre tenuto toni molto pacati in passato, avendo cercato un equilibrio in tutte le sue figure dirigenziali, nonostante diversi avvenimenti; non abbiamo mai urlato al primo problema, come accade invece nella stessa Capitale e non solo. Dopo la giornata di ieri e le ultime settimane era impossibile non dire tutto ciò. Cosa ci aspettiamo? Di poter condurre un campionato regolare senza esser condizionati da fattori esterni poiché questa squadra è stata allestita con grandi sacrifici dalla Società. Da ciò è nato un gruppo fantastico che non ha mai lesinato nulla, ricco di giovani che hanno esordito come nessuna squadra è riuscita a fare in Serie A.

A questo punto vedremo quale sarà il nostro futuro: giovedì ci aspetterà il Cittadella, per poi arrivare alla gara con l’Atalanta. 

Anche il tecnico Inzaghi era amareggiato: non l’ho mai visto così. Oltre ad essere l’allenatore della Prima Squadra della Capitale, Simone è un uomo innamorato del calcio che soffre una situazione particolare, al di là della passione per la sua squadra. Inzaghi lo conosciamo bene, è sempre stato pacato ed ha sempre badato al suo lavoro evidenziando gli errori del suo gruppo quando necessario senza mai creare alcun alibi: c’è da dire però che meritavamo di vincere con la Fiorentina, se non ci fosse stata quella decisione finale; ad oggi la Lazio avrebbe due punti in più. Nel derby la Roma ha avuto più cattiveria di noi, ma stiamo ancora cercando il pallone quando usciva. Abbiamo letto di alcune lamentele riguardo avvenimenti simili a Verona. Al di là di tutto Inzaghi è molto amareggiato come lo è il Direttore Sportivo ed il Presidente Claudio Lotito, il quale aveva uno sguardo incredulo. È stata una brutta serata che speriamo di metterci subito alle spalle e, allo stesso tempo, ci auspichiamo di non dover più trattare questo argomento e di affrontare un campionato che rispecchi ciò che la Lazio esprime sul campo nel bene e nel male, ad oggi ci manca qualcosa e ciò bisogna sottolinearlo. Mi dispiace per i tifosi, per coloro che urlavano dagli spalti: è comprensibile il loro stato d’animo per quello che hanno visto. Tutti ci aspettavamo un rigore per un tocco che era stato dato lo scorso anno ai danni di Parolo ed invece è stato estratto un rosso ad Immobile, il quale non ha mai toccato Burdisso; lo stesso difensore si è fatto avanti minaccioso ed ha ammesso, in seguito, l’innocenza del nostro attaccante. Il difensore granata ha rivelato all’arbitro che era tutto finito e che non era mai stato colpito con la testa da Ciro: tutto ciò è incomprensibile. La realtà è che la Lazio ha perso tre punti molto importanti per il proprio cammino.

Il VAR è stato messo al servizio per arginare l’errore umano e, in tal senso, non sono contrario a ciò: se la tecnologia può limitare l’operato umano, ben venga. Quest’innovazione va però adoperata con regole ben chiare: sappiamo che  quest’ultima interviene per una svista chiara. Il direttore di gara può trascurare delle situazioni di gioco ed il VAR è nato proprio per attenzionare l’arbitro su alcuni episodi dubbi. Nel caso specifico di ieri, se il VAR decide di contattare l’arbitro per avvisarlo della testata di Immobile, deve segnalare anche il tocco di mano del giocatore granata ed assegnare il rigore. L’ultima decisione spetta sempre all’arbitro: se Giacomelli ha giudicato involontario il tocco di mano di Iago Falque, ha sbagliato. Se il VAR non segnala però il tocco di mano, come ci saremmo aspettati tutti noi, viene commesso un doppio errore: ci sono state una serie di sviste che ci hanno sempre danneggiati ed questo è stato sottolineato. Sarebbe stato giusto ammonire, in tale circostanza, i due calciatori ed assegnare alla Lazio un calcio di rigore: il doppio errore ha condizionato una gara disputata contro una compagine forte come il Torino. Non c’è una giustificazione, sono fatti tanto chiari da non poter essere mistificati. Nonostante l’ammissione di Burdisso, l’arbitro non ha preso coscienza delle proprie decisioni.

Ora ci aspetta una gara molto importante di TIM Cup, una competizione alla quale la Società tiene molto. In Europa League siamo passati primi in un girone non facile. Ieri abbiamo conosciuto l’esito dell’urna di Nyon ed in campionato, nonostante i punti persi per fatti che non dipendono dalle prestazioni della squadra, il gruppo biancoceleste è ai vertici della graduatoria ed esprime un ottimo calcio. Tanti singoli si sono messi in luce e dovremo rimanere concentrati proprio sul nostro cammino: sarà difficile non dare alibi a nessuno e sarà altrettanto complicato mantener concentrata la squadra. Inzaghi avrà questo compito e domani svolgeremo l’allenamento a porte aperte invitando tutti a sostenere la squadra ed a trascorrere il pomeriggio a Formello, l’allenamento si svolgerà alle ore 17:00 ed apriremo i cancelli del Campo Mirko Fersini alle ore 16:00. Ci è stato chiesto a gran voce e la Società ha concesso questa possibilità per vivere un momento difficile tutti insieme. La cosa migliore in questo caso è essere vicini come avviene in una famiglia quando c’è una sofferenza comune. Noi siamo una famiglia e domani ci ritroveremo insieme a Formello dalle 17:00. 

Ieri c’è stato un clima di grande tensione negli spogliatoi, come accaduto anche con la Fiorentina: a seguito di quest’ultima partita Igli Tare era stato inibito a rappresentare la Società fino al 5 dicembre. Quando ho visto il cartellino rosso rivolto ad Immobile ho pensato ad uno scherzo, poi è calato il silenzio ed una grande incredulità a colpito noi tutti. Ieri tutti erano frastornati dagli avvenimenti: oggi sui giornali è stato concesso grande spazio agli avvenimenti di ieri, ma non tutti hanno condiviso la nostra lettura degli avvenimenti. Siamo al corrente di non godere di una grande considerazione, come invece avviene nella stessa Capitale su altre sponde, nelle quali c’è un fronte comune. Lo sapevamo già, ma è sempre stato così: anche quando abbiamo vinto lo Scudetto, il giorno dopo c’era la Roma in prima pagina. Sono passati 17 anni, ma ricordo di non aver visto la Lazio il giorno dopo: fa parte del nostro DNA e tutto il popolo laziale conosce questa situazione, tutti sanno che giochiamo contro tutti. La Società ha sempre risposto con i fatti e con il lavoro, ci sono state delle difficoltà, ma il Club ha sempre avuto la volontà di crescere e migliorarsi: negli ultimi 10 anni abbiamo centrato 8 finali e non è accaduto a Napoli, a Milano, a Firenze o a Roma stessa. È stato costruito un progetto che ha portato ad una squadra importante che sta ben facendo in campionato che viene penalizzata da questo tipo di errori. Dobbiamo sempre vincere due volte in campo, nella comunicazione, nelle iniziative e nel pubblico allo stadio: si trova sempre il motivo di contrasto, ma sono confortato dal tifo e dalla competenza laziale. Abbiamo delle professionalità spiccate che raccontano le vicende della Lazio, persone molto capaci in questo senso. Oggi tutti quanti ci stiamo rendendo conto che se non si viene a creare un fronte comune, è difficile andare avanti e puntare a determinati obiettivi. Se da questo momento una mano non si stringe e diviene un unico pugno è difficile pensare al domani in un certo modo. Vorrei ricevere un messaggio di un mondo biancoceleste unito e compatto rivolto solamente al presente ed al futuro: negli anni scorsi, non avendo tutto questo, abbiamo perso punti mancando anche delle qualificazioni per delle differenze reti. Ad oggi, pochi punti possono determinare anche la differenza tra una qualificazione in Champions League ed una in Europa League: la Lazio deve essere in Europa per il suo blasone e per ciò che rappresenta. Abbiamo sempre espresso un bel calcio e anche quest’anno subiamo delle penalizzazioni verso le quali dobbiamo combattere. Per la prima volta mi sento a disagio: domani saremo insieme a Formello e dovremo mandare un messaggio forte. Questa Società rappresenta una tifoseria sana, dobbiamo tutti insieme mandare un messaggio chiaro: la squadra è costruita per vincere, per competere per i primi posti della classifica. Lotito vuole ritirare la squadra? È una cialtronata che non è possibile commentare”.  

(Fonte e Foto: sslazio.it)

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