di Daniela BONFA’

Giuseppe Biava, ex centrale difensivo biancazzurro, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky, per commentare l’imminente stracittadina della capitale. Ecco le sue parole:

“Nei giorni precedenti la finale del 26 maggio c’era tanta attesa, il gruppo e la squadra la vivevano con ansia. Oggi invece, con le Nazionali, molti erano distratti e hanno pensato poco al derby. Ora però c’è da pensare alla stracittadina, che è una partita importante. Lazio e Roma stanno bene fisicamente e in classifica: sarà un confronto tosto.

Nel ritiro di Norcia prima della finale di Coppa Italia contro la Roma del 26 Maggio 2013, il giovedì c’era stata una cena di tutta la squadra. È stato un bel ritrovo, ci siamo divertiti. Marchetti una notte ha dormito sdraiato sul pavimento in camera con me e Floccari: chiacchieravamo della partita che sarebbe arrivata a breve. Candreva, suo compagno di stanza, forse già riposava e allora è rimasto da noi e ha dormito per terra!

In quella finale, c’era tensione perché la posta in palio era alta. La partita è stata brutta, nessuna delle sue squadre voleva prendere gol. Siamo stati bravi a sfruttare l’episodio e alla fine abbiamo meritato la vittoria. Di certo non ci aspettavamo un derby giocato a viso aperto.

Noi eravamo sereni, eravamo un buon gruppo, sapevamo di poterci giocare le nostre carte e così è stato.

Petkovic era difficile da capire, i suoi atteggiamenti erano sempre seriosi. In quei giorni, non si avvertiva se fosse troppo teso o meno. Alla squadra ha sempre mostrato serenità e questa è stata la sua forza, non ha cambiato atteggiamento.

Il ruolo che Radu ora sta ricoprendo è quello che più si addice alle sue caratteristiche. Può agire sia da centrale di sinistra che da terzino: se è al 100% è uno dei difensori più forti in Serie A. Sta trovando continuità, non ha accusato quei fastidi che a volte lo hanno fermato. Speriamo che per una volta sia decisivo e magari segni al 90’. Lui è molto legato alla Lazio, un suo siluro che si insacca da fuori area a fine gara sarebbe fantastico.

Rigiocare un derby mi piacerebbe, è qualcosa di fantastico. Sarei curioso di vedere Inzaghi da dentro al campo. Sta dimostrando il suo valore, è stato mio compagno di squadra ma mi sarebbe piaciuto vederlo da tecnico. È uno degli allenatori migliori oggi in circolazione. Quando giocava, non avevo la sensazione che sarebbe diventato un tecnico di così alto livello.

Quando ero arrivato alla Lazio, la situazione non era delle migliori. Lui era sempre positivo, teneva il gruppo sereno ed era bravo in questo. Parla sempre di calcio, questa sua forza l’ha trasportata in panchina. Ha fatto la sua gavetta nel Settore Giovanile ed ora sta dimostrando le sue qualità. In questo momento, forse è il più interessante tra i giovani. È un sanguigno, in panchina vive la panchina e a volte dà l’impressione di voler entrare in campo. La Lazio è la sua seconda pelle, mi ricorda Conte, i giocatori avvertono la sua partecipazione. Nello spogliatoio c’è un ambiente fantastico, merito suo che lo ha creato. Tutti si sentono importanti, sia chi gioca più sia chi scende meno in campo.

Inzaghi conosce bene il derby. È qui da tanti anni, lo ha affrontato da giocatore e da allenatore del Settore Giovanile. Tutto sta nel trasmettere ai giocatori l’importanza di questa partita. Radu, a sua volta, è uno esperto di stracittadine e credo saprà far capire ai compagni l’importanza di questa partita.

È fondamentale far capire quanto possa pesare la vittoria, che può caricare il morale della squadra, mentre una sconfitta potrebbe togliere delle sicurezze. A Roma, ancor più che in altre città, non conta giocare bene il derby, ma vincerlo. Non importa come, ma va portato a casa il successo mettendo in campo tutto sé stesso. Non si deve mai tirare indietro la gamba.

Ognuno ha il suo modo per tenere a freno un po’ di tensione: c’è chi sdrammatizza, chi suda freddo. L’importante è mantenere la consapevolezza di essere un ottimo gruppo e quindi, in settimana, si lavora per arrivare a fare bene la domenica.

La soddisfazione per un giocatore, oltre a fare bene per la Società e la squadra, è regalare una gioia a chi ti segue 24 ore al giorno. Questo lo si avverte, soprattutto nel derby, quando nei giorni precedenti la partita si esce dal Centro Sportivo e si trovano tanti tifosi. In queste occasioni capisci che gioia puoi regalare ai sostenitori, che non sono in campo ma ti spingono dagli spalti. Nella stracittadina, è il pubblico a dare una carica in più”.

(Fonte: sslazio.it)

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