Il tecnico della Primavera biancoceleste, Andrea Bonatti, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, 89.3 FM.
“In queste prime settimane di lavoro abbiamo sofferto tanto il caldo, che è andato a inficiare sulla qualità degli allenamenti. Abbiamo risentito dell’elevata temperatura, che concede una minore possibilità di recuperare e peggiora l’espressione del gioco. È normale, inoltre non dipendeva da noi. Domani avremo un’amichevole poi sono in programma quattro giorni di stacco e inizieremo a svolgere un’altra fase, aumentando l’intensità e diminuendo la durata delle singole sedute, che finora sono arrivate fino alle due ore. Tale cambio ci può portare a raggiungere le migliori condizioni per iniziare il campionato il prossimo 9 settembre.
Con i nuovi innesti occorre ricominciare da capo ma questo non mi spaventa. I vecchi avevano già assimilato la cultura del lavoro e lo spirito di sacrificio, oltre alla filosofia di gioco. Qualcuno è più predisposto ad apprendere; tutto questo fa parte del ruolo dell’allenatore di una Primavera. Se i neoarrivati sapranno integrarsi bene, ascoltando cosa chiedo dal punto di vista comportamentale e caratteriale, troveranno spazio, come accaduto per gli altri ragazzi lo scorso anno.
I ‘99 e i due fuoriquota ‘98 rimasti dalla precedente annata devono dare un’importante dimostrazione di maturazione, in parte già vista, perché sia di buon esempio per il miglioramento dei giovani.
Regna un po’ incertezza su valore degli organici avversari, indipendentemente dal fatto che il nuovo girone comprende le prime 16 squadre d’Italia. Gli organici sono cambiati, noi abbiamo perso giocatori importanti, come giusto che sia; allo stesso modo, sono contento di chi è qui, tutti hanno il mio gradimento tecnico e la mia fiducia. Numericamente siamo ancora un po’ridotti ma se possibile allungheremo la rosa per essere maggiormente competitivi.
Dovremo trovare soluzioni congrue con le esigenze della Lazio Primavera. Abbiamo tempo per compiere le dovute valutazioni. Chi entrerà nel nostro gruppo, deve essere a disposizione ed possedere il bagaglio tecnico e caratteriale adeguato per crescere dal punto di vista professionale. Questo è lo spirito mio, dello staff e del gruppo.
Nella prima giornata della Regular Season affronteremo il Chievo Verona, una squadra guidata da uno dei migliori tecnici della categoria, quale Lorenzo D’Anna. Non lo conosco personalmente. I clivensi alla prima di campionato rappresentano un notevole scoglio, ma prima o poi occorre da affrontare tutte.
Dall’Under-17 sono arrivati ragazzi nei quali ho intravisto potenzialità sulle quali lavorare con pazienza. I ‘99 hanno un anno importante alle spalle e all’inizio, avendo investito formandoli nei mesi scorsi, loro avranno la priorità nelle scelte. Se ciò potrà portare a una rilassatezza nei ‘vecchi’, questi verranno sostituiti: nessuno con me ha il posto assicurato.
Nelle prime settimane di lavoro ho ripreso il discorso dell’anno scorso per facilitare l’inserimento dei nuovi; questi ultimi giorni ho lavorato sulla difesa a tre: a me piace una squadra che sappia adattarsi mantenendo la sua qualità espressiva. Nel calcio occorre trovare gli spazi utili per finalizzare.
Miceli ha dato tanto al collettivo e al sottoscritto nella scorsa annata, sacrificandosi con umiltà in un ruolo che poteva limitarlo fisicamente. Questo, insieme ad altri aspetti, lo ha portato a ottenere la fascia di capitano. Mi auguro che possa diventare una professionista e, per questo, l’ho ripristinato in regia per potersi esprimere al meglio.
Sarac è un calciatore dal notevole talento, la mezza punta è il ruolo a lui più congeniale. Servirò forza e pazienza per aspettarlo, perché è un po’ indietro fisicamente, in quanto reduce da un infortunio complicato. È un ragazzo orgoglioso, è questo rappresenta un aspetto che a me piace in un giocatore. Ha volontà di essere utile alla causa; se continua così non c’è bisogno di intervenire sul suo carattere. La squadra avrà la voglia di mettersi a disposizione per esaltare il suo bagaglio tecnico. Lo scorso anno ho cambiato spesso cambiato l’interprete nel ruolo della mezza punta: dipendeva dalla qualità degli allenamenti e dalla condizione fisica del singolo o dall’impostazione di gioco che volevo dare o, ancora, dalle caratteristiche dell’avversario. Ho alternato molti ragazzi, con la soddisfazione di tutti”.