Alessandro Calori è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio per parlare di Lazio nella trasmissione Laziali On Air:




Inzaghi è stato confermato sulla panchina della Lazio: quali saranno gli aspetti più difficili da gestire nel secondo anno?Non è mai facile ripetersi, ma se l’organico resterà lo stesso e anzi verrà preso qualche rinforzo, lavorare su una base già conosciuta gli permetterà di affrontare gli impegni con maggiore consapevolezza. Non sarà facile, la difficoltà è sempre dietro l’angolo ma tramite le prestazioni si potranno raggiungere grandi risultati. La continuità è sempre un grande vantaggio, cambiare allenatore è sempre un’incognita anche se si ha un organico importante. Un allenatore che conosce la piazza, se messo in condizione di rendere al meglio, può davvero incidere.




L’eventuale cessione di Biglia potrebbe rendere, paradossalmente, più imprevedibile il gioco della Lazio?Per me Biglia è uno dei migliori registi in Europa. Trovare un sostituto non sarà facile, ma sarà importante trovare un sostituto che possa regalare qualcosa a questa Lazio. E’ chiaro se se Biglia andrà via la Lazio perderà un giocatore importante.




De Vrij è in scadenza di contratto: Gonzalo Rodriguez potrebbe essere invece un rinforzo per la difesa. Può andare bene un profilo come il viola, se De Vrij fosse ceduto?Per me Gonzalo Rodriguez è un giocatore carismatico, un leader molto forte nel gioco aereo e dotato di grande esperienza. De Vrij ha qualcosa di più tecnicamente ed ha l’età dalla sua, in giro non ci sono molti difensori di personalità disponibili sul mercato.




Nella finale di Champions, cosa è mancato alla Juventus per essere alla pari del Real Madrid?Nel primo tempo c’è stato un grande equilibrio, anzi forse la Juventus ha fatto anche meglio. Ciò che è mancata è la forza al momento di accelerare, quando il Real ha potuto contare su giocatori come Cristiano Ronaldo e Modric. La Juventus è abituata a gestire bene i vari match, ma in una sfida così delicata ha trovato una squadra come il Real più abituata a vincere di lei. Sono cose che si sviluppano nel corso degli anni, non si possono imparare in allenamento.




Quale può essere un giovane elemento della Serie B pronto per il grande salto?Io ho allenato un ragazzo argentino, Colombatto, che è andato a fare il Sub 20. E’ un playmaker classe ’97 che gioca davanti alla difesa, di proprietà del Cagliari, e può crescere davvero tantissimo, secondo me è un ragazzo che farà strada. Non si deve però affrettare eccessivamente il passo. Anche il portiere che ha giocato quest’anno nello Spal ed è di proprietà dell’Udinese, Alex Meret, ha delle doti assolutamente straordinarie, così come Palombi che la Lazio ha fatto giocare alla Ternana.




La Serie B può essere una tappa fondamentale per far crescere un ragazzo del settore giovanile?E’ fondamentale, arrivando dalla Primavera in Serie B un ragazzo si rende conto di cosa è il professionismo. Un ragazzo di talento ha bisogno di giocare per capire quale può essere la dimensione nel calcio che conta, quindi ben venga un’esperienza nelle serie inferiori.






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