All’interno del quotidiano Il Tempo di oggi, interessante approfondimento a firma di Fernando Magliaro che analizza il no della Soprintendenza, che potrebbe portare imprevisti improvvisi ad un progetto che pure ha ricevuto la benedizione del sindaco Virginia Raggi, quello dello Stadio della Roma.




Il vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali è infatti sempre il nodo da sciogliere perla realizzazione di un’opera che è stata sostanzialmente già bocciata nella sua forma originale. Si legge nell’articolo: “Soprintendenza Belle Arti contro tutti. Per la soprintendente, Margherita Eichberg, lo stadio della Roma non s’ha da fare proprio. Il parere – unico fra tutte le Amministrazioni dello Stato – è di “motivato dissenso non ravvisando le condizioni nella sua ammissibilità nel sito proposto”. No a ponti, torri, svincoli sottopassi, allo stadio stesso: l’area è sbagliata e lì semplicemente non si può proprio fare.




Vediamo, allora, i motivi di tutti questi “no”. In venti pagine a firma Eichberg, la Soprintendenza smonta i capisaldi del proget- to: problema archeologico; compatibilità ambientale; interferenze con altre aree tutelate (Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali e Villa Doria Pamhilj); alvei dei fossi; ippodromo; torri.




La questione torri, visto il nuovo accordo fra la Raggi e la Roma con cui si depennano dal progetto, è superata. Come la questione vincolo sull’ippodromo, il cui iter è partito ma non è incluso in  questo parere. Ad ogni buon conto, torri a parte, le riserve vengono avanzate anche per l’altezza (70 metri) dello stadio.




Capitolo archeologia: scrive la Eichberg che non è stata fatta “l’archeologia preventiva” in un’area “di alto interesse” per la presenza di strade antiche (Ostiense, Campana e Laurentina), siti funerari e complessi abitativi.




“Il progetto risulta concepito senza la cognizione effettiva dei valori e delle problematiche legate alla conoscenza del territorio“. L’articolo su Il Tempo di oggi sviscera punto per punto tutte le questioni che rischiano quantomeno in allungare in maniera significativa l’iter di costruzione. La Lazio sta alla finestra da osservatrice molto interessata: tutte le problematiche e le decisioni che Comune, Istituzioni e privati prenderanno relativamente allo Stadio della Roma, faranno da precedente e da riferimento per la costruzione di uno Stadio della Lazio, con i terreni sulla Tiberina prima opzione per la realizzazione dell’opera.




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